Questa decisione, che richiede l’approvazione del Consiglio Generale e del Rettor Maggiore di prossima elezione, rappresenta un passo significativo verso una maggiore valorizzazione della complementarità vocazionale tra i salesiani sacerdoti e i salesiani coadiutori.
La delibera, adottata con il consenso della maggioranza qualificata dei Capitolari, è stata accompagnata da un intenso dibattito e da un confronto aperto e fraterno. Abbiamo raccolto le impressioni di tre salesiani coadiutori presenti a Valdocco, che hanno condiviso le loro riflessioni su questa importante svolta.
Le Voci dei Coadiutori: Una Nuova Opportunità per il Servizio alla Comunità
Albert-Sébastien Ramadan, originario del Ciad e attualmente in Tunisia, è stato invitato come osservatore e ha contribuito al dibattito con un intervento in aula assembleare:
“Dopo il voto di ieri, che dà ai salesiani coadiutori l'opportunità per esperimento di essere direttore di una comunità locale, mi sento soddisfatto. C'è stato dibattito su questo tema per considerare i pro e i contro. Ho avvertito che il mio intervento al CG29 sia servito, ha portato qualcosa in più. Anche quando sono intervenuto nella nostra commissione, molti hanno cambiato punto di vista.
Lo Spirito Santo si è assicurato che ci fosse un punto di vista che soddisfacesse entrambe le parti. Per ora, è già una porta aperta, questo è un passo in avanti. Tutto ciò che Dio ha fatto è buono: sono convinto che sia stato lo Spirito ad agire. Agirà e ci guiderà secondo la volontà di Dio”.
Van Luan Bui, proveniente dal Vietnam, è anch’egli osservatore al CG29. Nel suo Paese, i salesiani coadiutori rappresentano una componente significativa della comunità:
“Sono felice per tutto ciò che è stato deciso, perché ci concentriamo sulla nostra responsabilità verso la comunità, la nostra missione, i giovani. Abbiamo ascoltato la volontà del Padre, ci siamo presi del tempo per imparare a confrontarci al riguardo. Ora la nostra comunicazione è aperta e abbiamo trovato un modo per lavorare insieme.
In Vietnam c’è una grande presenza di coadiutori, più di 70 membri: un numero che discende dalla qualità dell'attività che facciamo e dallo spirito di comunità che ci unisce”.
Lucas Mario Mautino, delegato dall’Argentina nord, ha condiviso un pensiero che richiama la figura di Artemide Zatti, coadiutore argentino recentemente canonizzato:
“Penso che sia anche un bel segno dei tempi che i non ordinati, in alcune occasioni, possano essere chiamati al servizio dell’autorità nello stile di Gesù. Vedo con molta speranza questa nuova opzione che stiamo prendendo, in particolare per il servizio ai giovani.
Don Bosco ci ha pensati come un’unica vocazione, vivendo in una complementarità fraterna, valorizzandoci l’un l’altro. Per comprendere il salesiano sacerdote e il salesiano coadiutore dobbiamo considerarli insieme: è questa la direzione da seguire. Abbiamo anche Artemide Zatti come modello, ed è bello guardare anche a lui in questo momento. Per noi è una figura molto importante che ci insegna a evangelizzare e a educare attraverso la testimonianza e il modo di vivere”.
Un Passo Coraggioso verso il Futuro
La decisione presa al CG29 rappresenta una svolta significativa e un segno dei tempi per la Congregazione Salesiana. Essa non solo apre nuove prospettive di servizio e leadership per i salesiani coadiutori, ma sottolinea anche il valore della complementarità vocazionale all’interno delle comunità.
Nella storia della Famiglia Salesiana, questa scelta si pone in continuità con lo spirito di Don Bosco, che ha sempre considerato la vocazione come una realtà unica, arricchita dalla diversità dei carismi. Guardando al futuro, il CG29 ha scelto di abbracciare una visione più inclusiva, che rafforza la missione salesiana al servizio dei giovani e delle comunità locali.
Con il contributo di tutti i membri, sacerdoti e coadiutori, il Capitolo prosegue il suo cammino con determinazione, confermando la sua fedeltà alla chiamata di Dio e al carisma salesiano, sempre attento ai segni dei tempi.