Italia – Ricerca e conservazione segnano l’estate della “ricchissima collezione etnografica” del Museo Etnologico Missionario al Colle Don Bosco

07 Agosto 2024

(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – Nel mese di luglio 2024 si sono svolte al Museo Etnologico Missionario (MEM) del Colle Don Bosco, a Castelnuovo Don Bosco, due intense giornate di lavoro utili alla digitalizzazione di alcuni reperti appartenenti alla collezione. Il tutto è avvenuto in relazione con il progetto KNOT (Knowledge of Things: Reasessing the Indigenous American Heritage in Italy – La conoscenza delle cose: riconsiderare l’eredità americana indigena in Italia). Inoltre, sempre in queste settimane estive, la ricca collezione del MEM, è stata oggetto di un importante sopralluogo da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali, che ha sottolineato il valore dei reperti e la qualità dell’opera di conservazione realizzata dall’istituzione salesiana.

Il progetto KNOT è coordinato da Università degli Studi di Roma “La Sapienza” in collaborazione con Università degli Studi di Bologna e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISPC CNR).

L’interesse per tali reperti fa parte di un progetto guidato dall’antropologo Renato Athias (Professore presso l’Università de Pernabuco – Brasile) che prevede la mappatura e la restituzione virtuale delle collezioni indigene provenienti dalla Regione Amazzonica dell’Alto Rio Negro (Brasile).

Partecipanti a questo lavoro:

- Letizia Pecetto (Curatrice MEM - Colle Don Bosco, soggetto ospitante ed aderente al progetto);

- Prof. Renato Athias (Antropologo);

- Dott.sa Anna Bottesi (Ricercatrice Università di Bologna);

- Dott.sa Chiara Scardozzi (Ricercatrice Università di Bologna);

- Dott. Daniele Ferdani (ISPC – CNR);

- Dott.sa Maria Felicia Rega (ISPC – CNR);

- Dott. Diego Ronchi (ISPC – CNR).

Inoltre, tra giugno e luglio, il MEM ha ricevuto una visita da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali per il controllo dello stato di conservazione delle sue collezioni.

Nella relazione stilata dai due funzionari in ispezione è emerso che “si constata il buono stato di conservazione della ricchissima collezione etnografica extraeuropea e in particolare non si sono riscontrate situazioni problematiche sui manufatti in materiale deperibile (piume, intrecci vegetali, legno...)”.

Tutti questi materiali sono riposti in adeguati spazi, sia in esposizione che nei depositi, dove per ognuno è stato predisposto un apposito contenitore che ne determina l’ottima conservazione.

Il Ministero della Cultura ha espresso parere più che positivo per il valore culturale della collezione, sollecitando un incremento delle conoscenze in ambito conservativo per il curatore che se ne occupa.

Conservare il passato in prospettiva del futuro è uno degli obiettivi che un museo deve perseguire per mantenere sempre vive le culture e le loro tradizioni, e il MEM cura questa missione con costanza, convinzione e consapevolezza.

InfoANS

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