Il convegno sulla povertà educativa e le risposte della Famiglia Salesiana sicula ha offerto un’occasione importante a tutta la realtà educativa regionale che si ispira a Don Bosco per riflettere e condividere esperienze e proposte innovative. Durante i lavori non ci si è limitati ad analizzare il problema, ma si è lavorato per individuare strategie concrete e soluzioni efficaci per contrastare la povertà educativa e promuovere un’educazione inclusiva e di qualità per tutti i giovani, indipendentemente dalle loro condizioni socioeconomiche di provenienza.
Dopo i saluti della Prefetto di Catania, dott.ssa Maria Carmela Librizzi, dell’Arcivescovo della diocesi di Catania, Mons. Luigi Renna, e dell’Ispettore dei Salesiani di Sicilia, don Giovanni D’Andrea, si sono susseguiti due interventi: “L’attualità della proposta educativa salesiana”, a cura di don Francesco Preite, Presidente Salesiani per il Sociale, e “Mappatura della presenza salesiana in Sicilia”, tenuto da don Alberto Anzalone, Delegato di Pastorale Giovanile dell’ISI. Dai due interventi è scaturito un interessante dibattito con l’assemblea, costituita da numerosi salesiani, professionisti del settore, giovani, membri della Famiglia Salesiana.
Nella seconda parte del convegno ha avuto luogo una tavola rotonda, coordinata dalla dott.ssa Letizia Scandurra, Responsabile dell’ufficio per il Servizio Civile Universale e la progettazione sociale dei Salesiani di Sicilia, alla quale hanno preso parte: il Prof. Giuseppe Vecchio, Garante siciliano per l’Infanzia e l’Adolescenza, il Prof. Carlo Colloca, Docente di Sociologia Urbana presso l’Università di Catania, e l’on. Giuseppe Lombardo, Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e membro della Commissione Servizi Sociali e Sanitari. Nel corso di questo confronto i vari relatori hanno individuato, ciascuno secondo le proprie specificità, i contorni e i contesti della povertà educativa e hanno indicato piste di lavoro per il futuro.
“È stata una mattinata di confronto e formazione che ci ha sollecitato a lavorare sempre più in rete per tessere la trama educativa del nostro territorio” ha commentato uno dei presenti all’incontro.
Da parte sua don Preite ha sottolineato: “Di fronte a questi dati sulla povertà educativa in Sicilia non possiamo arrenderci, né ‘dare la colpa’ della povertà a minori e giovani poveri. Non possiamo fermarci alla croce, al Venerdì Santo. Dobbiamo andare verso la Pasqua. Siamo chiamati a risorgere. Non è solo un atto verbale: è un atto operativo, concreto”.
E proprio per illustrare la concretezza dell’impegno salesiano, don Preite ha proseguito indicando un progetto modello per il contrasto alla povertà educativa e ha indicato nella collaborazione interistituzionale il segreto per il successo: “Come Salesiani per il Sociale stiamo sperimentando in diversi territori d’Italia un nuovo programma: le ‘OfficineDonBosco’. C’è bisogno di unire le forze tra enti locali, imprese, formazione professionale e terzo settore, per offrire una risposta comunitaria ai bisogni dei giovani in condizione NEET (che non studiano, non si formano professionalmente e non lavorano, NdR) in Italia. Da solo, il privato sociale non può tutto: occorre fare rete. Come ci suggerisce Papa Francesco: ‘sarà necessaria un’unione di forze e un’unità di contribuzioni’ (Laudato Si’, 219)”.
Come detto, il convegno ha avuto un naturale proseguimento nel pomeriggio per i circa 50 rappresentanti dei diversi enti del Comitato territoriale della Sicilia di “Salesiani per il Sociale”, i quali si sono radunati in forma ristretta per la loro riunione assembleare.
“Con don Preite, Presidente, Renato Cursi, Direttore Esecutivo di Salesiani per il Sociale, e la loro équipe, abbiamo preso sempre più coscienza che il senso di appartenenza va organizzato, a partire dal documento programmatico ‘Organizzare la speranza’, sull’esempio di Don Bosco attento ai giovani più poveri; con uno sguardo vigile sulle povertà dei ragazzi di oggi della nostra terra di Sicilia” ha concluso uno dei partecipanti.
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