Dopo la presentazione di ogni delegazione, don Juan Pablo Alcas, Ispettore del Perù, ha manifestato: “Il Signore ci vuole come responsabili dei ragazzi, e la nostra identità salesiana ci spinge a metterci in mezzo ai ragazzi. Questo è il primo passo per stare in mezzo a loro”.
Poi don Uriel Jáuregui, Delegato Ispettoriale per la Pastorale Giovanile, ha presentato a grandi linee i temi da sviluppare lungo l’incontro:
- La Proposta Pastorale 2024-2026 (a livello di Progetto Educativo Pastorale Salesiano e di Comunità Educativo-Pastorali)
- Gli itinerari di Educazione alla Fede – il Movimento Giovanile Salesiano – l’Animazione Vocazionale e Missionaria
- Una diagnosi delle sfide pastorali per il 2024
- Il progetto di Formazione Congiunta Salesiani-Laici
- Il Sogno dei Nove anni di Don Bosco.
Da parte sua don Orozco ha sottolineato invece l’importanza della comunità. “La comunità che non è unita muore” ha ricordato, prima di aggiungere che “l’animazione consiste nel costruire l’unità vitale della comunità”. Quindi ha responsabilizzato il ruolo dei Direttori delle comunità, ricordando loro che per svolgere il loro incarico devono sapere discernere la volontà di Dio “con intensità e rettitudine”.
Nella seconda giornata Alvaro Covarrubias, Direttore dell’Ufficio ispettoriale di Pianificazione e Sviluppo, ha parlato del “Processo di reingegnerizzazione dell’Ispettoria” e della sua organizzazione gerarchica, menzionando anche i quattro assi fondamentali che sostengono la proposta, e cioè avere un focus che sia:
– Generale, con obiettivi chiari e nitidi;
– Integrale, attraverso un’articolazione organica
– Pratico, in quanto amichevole e semplice
– Originale, con l’obiettivo di avere un sostegno legittimo.
Don Jáuregui ha poi annunciato il cambiamento del nome da “Opere e Servizi Sociali” a “Opere e Servizi per i Giovani in Situazione di Vulnerabilità ed Esclusione”. Ha inoltre evidenziato l’inserimento di due settori trasversali, oltre a quelli già noti: l’ecologia (incentrata sulla cura della casa comune) e l’advocacy (legata all’impatto del lavoro salesiano nella società civile).
Per la riflessione congiunta sono state offerte diverse domande, che hanno permesso di conoscere la realtà, le sfide e gli obiettivi di ogni casa salesiana e, così come le équipe che le animano. Tra gli interrogativi offerti, c’erano: “Come sogno la pastorale della mia opera e dei suoi ambienti? Come costruire a livello di Comunità Educativo-Pastorale (CEP)? Come coltiviamo la fiducia reciproca?
È stato, questo, un momento di apprendimento comune, in cui salesiani e laici hanno potuto condividere e scambiare esperienze.
Ancora, don Ángel Recuenco, Animatore Vocazionale e Delegato per le Missioni e il Volontariato, ha affrontato alcuni punti chiave della cultura vocazionale e del suo processo. E in tal senso, ha indicato come una delle sfide in questo settore sia quella di proporre e accompagnare il processo di maturazione vocazionale dei giovani come progetto di vita, basato sul discepolato di Gesù, facilitando un processo di decisione come risultato del discernimento, che rafforzi il loro impegno all’interno della Comunità Educativa Pastorale e della Chiesa.
Per concludere la giornata, don José Kamza ha presentato la relazione del lavoro 2023 della Delegazione per le Missioni e il Volontariato, così come la proposta pastorale per il 2024 e il documento sulla vocazione missionaria del Settore per le Missioni.
Da ultimo, nel pensiero della “buonanotte” salesiana, l’Ispettore ha esortato: “Cari fratelli, torniamo al Sogno dei Nove anni, da cui tutto questo prende significato”.
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