L’evento “VOICES: Dare voce a chi non ha voce” è un progetto innovativo del Settore per la Comunicazione Sociale, con sede a Roma, che è stato inaugurato a livello regionale dell’Asia Sud mercoledì 12 luglio, presso la Casa Ispettoriale di Nuova Delhi, come risposta concreta alle proposte del Patto Educativo Globale di Papa Francesco, alla Sinodalità e alle proposte programmatiche del Rettor Maggiore, che danno priorità ad una comunicazione al servizio dei giovani nelle loro situazioni precarie.
Durante l’evento VOICES diversi giovani hanno raccontato la loro esperienza con la dipendenza da sostanze, evidenziando la presenza pervasiva delle droghe in varie regioni. Le loro storie hanno sottolineato la necessità di misure efficaci per affrontare la dipendenza e promuovere programmi di riabilitazione.
John Melwin, insegnante di musica di Hyderabad, ha ricordato la triste storia di suo parente diventato tossicodipendente, e ha sottolineato che spesso i giovani usano le droghe come sfogo. Da parte sua, Anoopraj, coordinatore del progetto salesiano “DREAM” (Drug Rehabilitation Education And Mentoring) nello Stato del Kerala, ha calcolato che in India ci sono 60 milioni di tossicodipendenti nella fascia di età compresa tra i 10 e i 15 anni. E citando casi di studio, ha affermato che le ragioni dell’uso di droga sono la depressione, i disturbi comportamentali della personalità, i problemi fisici, i comportamenti antisociali e diversi tipi di abusi fisici, e che è richiesto un vasto e articolato impegno per superare questi traumi.
Un video di presentazione di Dilip Nandhanan, di Trichy, ha poi profondamente colpito i partecipanti, in quanto ha condiviso la sua esperienza come tossicodipendente, gli sforzi per uscire da questo tunnel, le ricadute e infine la disintossicazione. Anmol Kajur, studente di Scienze Politiche, e Aman Yakka, entrambi dello Jharkhand, hanno invece illustrato vari aspetti legati all’uso di droghe, coordinati da don Dickson Eugene, Delegato per la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria di Bangalore, che ha moderato il dibattito. Citando una ricerca delle Nazioni Unite, è stato sottolineato che la dipendenza da sostanze è cresciuta del 70% e la fascia d’età è inferiore ai 25 anni. Per questo, in risposta a tale problema, i partecipanti hanno suggerito un approccio globale che coinvolga l’educazione, le campagne di sensibilizzazione e delle opzioni di trattamento accessibili.
Anche la disoccupazione è emersa come una grande preoccupazione giovanile, e per questo è stata discussa a “VOICES”. I giovani intervenuti hanno condiviso le loro difficoltà nel trovare opportunità di lavoro adeguate, esprimendo la loro frustrazione e l’ansia per la scarsità di prospettive di impiego. Il moderatore della sessione, don Arvind Khalko, Delegato per la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria di Calcutta, nella circostanza, ha reso noto che 15,39 milioni di persone sono colpite dalla crisi post-Covid-19.
Viman Fernando, dello Sri Lanka, ha raccontato lo scenario della disoccupazione nel suo Paese, fomentata da un sistema educativo inadeguato, la mancanza di competenze e conoscenze e la lenta crescita economica. Kishan Kisku, proveniente da un ambiente agricolo dello Stato indiano del Bengala, ha infatti rimarcato che “la scarsa istruzione è la causa principale della disoccupazione”. E Adani Chamikho, di Guwahati, ha elencato ancora altre ragioni, come: l’alto tasso di popolazione, le distanze geografiche e le sfide di connettività digitale, le carenze di competenze, e l’instabilità politica, le poche opportunità commerciali e la migrazione dei giovani qualificati.
Ronald Roy, un funzionario dei Servizi per il Lavoro dell’Ispettoria di Calcutta, ha descritto la mentalità dei giovani che porta alla disoccupazione, i quali, vedendo che non sono in grado di raggiungere gli obiettivi richiesti sul posto di lavoro, si scoraggiano e abbandonano il lavoro. Con un magro stipendio offerto, molti migrano verso “pascoli più verdi” e, inoltre, la tecnologia sta sostituendo sempre più spesso l’uomo in tanti ambienti. I giovani relatori hanno chiesto iniziative governative per incrementare la creazione di posti di lavoro, migliorare i programmi di sviluppo delle competenze e colmare il divario tra le richieste dei datori di lavoro e la formazione offerta.
In un mondo sempre più interconnesso, anche le dipendenze digitali sono emerse come una sfida significativa affrontata dalle giovani generazioni. Il sig. Aleister D’Souza, SDB, Delegato per la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria di Mumbai, ha introdotto il tema, lasciando poi spazio ai ragazzi e alle ragazze che hanno raccontato il flusso infiniti di notifiche, messaggi e intrattenimento da cui sono bombardati e attratti. Sherwin Mark, di Chennai, ha messo in relazione la dipendenza digitale con la depressione. Nel frattempo, Vancouver Shullai, un giovane insegnante di Shillong, ha invece osservato: “Ci siamo innamorati di noi stessi”, aggiungendo che i giovani oggi hanno molta paura della solitudine e la tecnologia offre loro un senso di freschezza.
Per loro il tempo libero è il tempo del telefono e non il tempo del gioco all’aperto, com’era un tempo. Rahul Bora, di Dimapur, ha evidenziato la natura distruttiva della tecnologia nelle relazioni, che favorisce legami e rapporti superficiali. Leander Viegas di Mumbai, inoltre, ha sottolineato che la facilità di accesso e le ricompense istantanee causano spesso dipendenza digitale. Ciò porta a un costante bisogno di conferme, alla paura di restare esclusi (FOMO – Fears Of Missing Out -), all’ansia derivante dai confronti, alla diminuzione della capacità di attenzione, ai disturbi del sonno e a problemi di salute mentale come l’ansia e la depressione.
La generazione più giovane, che cerca un senso di realizzazione e di convalida attraverso le piattaforme digitali, ha bisogno pertanto di un riconoscimento positivo attraverso l’arte, i giochi, la cultura… ha manifestato Shullai.
“VOICES”, infine, è stata anche tutt’orecchie al tema dei migranti. Il fascino di nuove opportunità in altre parti del Paese e all’estero spesso supera la comprensione dei potenziali svantaggi, ha affermato Olibha Kerketta da Nuova Delhi. Diversi fattori portano alla migrazione: disoccupazione, salari bassi, sistema corrotto, povertà e mancanza di sicurezza sociale, ha aggiunto. Sruthi Menon, coordinatrice del progetto KISMAT (Kerala Interstate Migrants Alliance for Transformation), un’iniziativa dell’Ispettoria salesiana di Bangalore, ha rappresentato l’enorme popolazione di 3,15 milioni di migranti interni del Kerala. “I giovani migranti devono affrontare la sfida di adattarsi a una nuova cultura, lingua e sistema sociale. I vincoli finanziari, le discriminazioni, gli imbrogli e i furti di cui spesso sono oggetto possono risultare davvero opprimenti”, ha detto. Allo stesso tempo, l’emigrazione è diventata un’opzione attraente per i giovani in cerca di migliori prospettive economiche o in fuga da condizioni sociopolitiche difficili, ha aggiunto.
Deepak Tirkey, un giovane emigrato a Chennai, ha descritto le cattive condizioni di vita da lui sperimentate, abitando in piccola stanza con altre 8-10 coinquilini lavoratori e con servizi igienici non adeguati, impegnato per un numero maggiorato di ore di lavoro, constatando la discriminazione di genere nei salari, l’assenza di strutture educative per i figli dei lavoratori migranti e la negazione dei sussidi di maternità. “Sebbene esistano alcuni sistemi di supporto per aiutare i giovani migranti nel loro processo di integrazione, come il progetto KISMAT in Kerala, i problemi sono grandi”, ha affermato don Ashok Kujur, Delegato per la Comunicazione Sociale dell’Ispettoria di Nuova Delhi, a conclusione della sessione sui migranti.
L’evento ha anche fornito ai partecipanti una piattaforma per proporre potenziali soluzioni e strategie per affrontare queste sfide. Don Harris Pakkam, direttore dell'ANS di Roma e responsabile del settore Comunicazioni sociali nella regione dell’Asia Sud, per questo, ha detto: “Le voci che abbiamo sentito ci hanno colpito e in qualche modo anche ‘disturbato’. Come rispondiamo alle loro grida?”. Ha classificato i quattro temi in due livelli: migranti e disoccupazione a livello sociale, e dipendenza digitale e da sostanze a livello personale. Per elaborare le giuste strategie per accompagnare i giovani nelle loro situazioni di vulnerabilità, sono state quindi espresse alcune linee d’azione da discutere e ratificare durante la riunione dei Delegati per la Comunicazione Sociale.
A conclusione dell’evento, don Davis Maniparamben, Superiore dell’Ispettoria di Nuova Delhi, ha consegnato ai partecipanti degli attestati; poi, un ultimo momento di ringraziamento a Dio, ha chiuso la giornata.