La dott.ssa Caubel, nello specifico, ha pronunciato il discorso d’apertura: “Questa conferenza è l'occasione per discutere del significato del vostro impegno nella rete DBAS e le sue caratteristiche specifiche, nella tradizione di Don Bosco: la fiducia e il legame che si crea con ogni giovane; la preoccupazione di un sostegno globale; la giusta vicinanza e la necessaria - e delicata - considerazione dell'affettività nella relazione educativa; i progetti del bambino…”
Poi, ha menzionato due importanti “cantieri” riguardanti la protezione dei minori: “L'integrazione sociale e professionale dei giovani adulti (so che state lavorando molto su questo tema) e vorrei ringraziarvi per questo. Non è più possibile che un senzatetto su quattro nato in Francia provenga dalle realtà dell’Aassistenza all'Infanzia (ASE). È uno spreco collettivo, e soprattutto umano, intollerabile; su mia richiesta, il Primo Ministro ne ha fatto una politica governativa prioritaria”.
Il secondo “cantiere” è quello dei “minori stranieri non accompagnati: è nostro dovere collettivo fornire il miglior sostegno e la migliore integrazione possibile a questi minori. Voi vi state facendo carico di molti di loro (quasi mille giovani sono attualmente ospitati dalla rete, un partner importante per le autorità pubbliche, NdR). L’aumento netto degli arrivi rispetto all'anno scorso rappresenta una nuova sfida per i nostri sistemi di protezione dell'infanzia. Facciamo in modo di affrontarla rispettando i nostri principi ed evitando le polemiche. Sono minorenni e devono essere protetti, soprattutto al termine di viaggi che li hanno esposti a pericoli eccezionali”, ha aggiunto ancora.
In mattinata, la Segretaria di Stato aveva visitato la casa di accoglienza sociale per bambini “Œuvre Notre-Dame” (OND) di Troarn, il cui Direttore, Philippe Val, nell’occasione ha ricordato essere “la più antica organizzazione caritativa del dipartimento, riconosciuta di pubblica utilità nel 1859 dall'imperatrice Eugenia”.
Da parte sua la dott.ssa Caubel ha manifestato nella circostanza: “Accogliere i giovani così come sono e incoraggiare la loro crescita era uno dei principi chiave di Don Bosco. Grazie per il vostro impegno in questa rete a favore dei bambini, di tutti i nostri bambini, in ogni fase della loro vita e in qualsiasi situazione”.
Per quanto riguarda la realtà della rete DBAS, essa ha una sua originalità che risiede nella sua natura federativa, per la quale ogni associazione mantiene il proprio stile di governo e le sue peculiarità, sia in termini di dimensioni delle associazioni che di diversità delle loro missioni, nel campo della prevenzione, della protezione dei bambini, della protezione giudiziaria dei giovani e dell’integrazione socio-professionale. Ma ciò che la rende unica nel campo del lavoro sociale con i giovani in difficoltà è il suo riferimento ai metodi educativi di Don Bosco.
“Ci sembra importante sottolineare che ancora oggi è possibile conciliare l'ispirazione cristiana con il rispetto della laicità. Infatti, come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II durante la sua prima visita in Francia (discorso del Bourget), i valori repubblicani – Liberté, Égalité, Fraternité – non hanno forse un'origine cristiana?” ha spiegato il coordinatore della rete, don Jean-Marie Petitclerc, SDB.
“Contrariamente a quanto dicono alcuni – prosegue il salesiano –, la laicità è il modo in cui la Repubblica garantisce la fraternità, imponendo il rispetto delle credenze e delle pratiche religiose di ciascuno. Questo è il caso degli istituti e dei servizi della rete DBAS. A nostro avviso, si fa uso improprio del concetto di laicità quando i suoi difensori ritengono che, in suo nome, debba essere vietata ogni forma di espressione spirituale e religiosa”.
Per salvaguardare la presenza di strutture di ispirazione cristiana nel settore dell’azione sociale, la DBAS sta anche lavorando per costruire un’alleanza ecumenica che riunisca i principali attori ecclesiali in questo campo. L'alleanza conta attualmente sei membri, tre cattolici (Apprentis d'Auteuil, DBAS, Prado) e tre protestanti (Esercito della Salvezza, Foyers Matter, Rete Salvert). Si tratta di un’alleanza i cui obiettivi sono approfondire il significato del riferimento cristiano, arricchire le pratiche dei suoi membri, grazie agli scambi, e realizzare azioni comuni nel campo della formazione degli educatori.
Dalla sua creazione, la rete DBAS è andata crescendo con l’adesione di nuove associazioni. “E a Caen, questa settimana, ci è stato detto che dobbiamo continuare a incrementare e sviluppare la rete, la sua visibilità e le sue risorse”, conclude don Petitclerc.
Fonte : Don Bosco Aujourd’hui