RMG – I missionari salesiani si raccontano: Rolphe Paterne Mouanga, dalla Repubblica del Congo alla Bolivia

25 Maggio 2023

(ANS – Roma) – Dal cuore dell’Africa all’America del Sud, dalla Repubblica del Congo alla Bolivia. È questo il viaggio missionario che il salesiano in formazione Rolphe Paterne Mouanga ha compiuto già nel 2021. Oggi che è impegnato nel corso di orientamento speciale per i missionari già arrivati nelle loro terre di destinazione, racconta ad ANS le sfide e le gioie della sua esperienza missionaria.

Mi chiamo Rolphe Paterne Mouanga, di nazionalità congolese (Brazzaville). Sono originario di Pointe Noire, capitale economica del mio Paese, e ho 31 anni. Provengo da una famiglia di cinque figli, tre maschi e due femmine, e io sono il secondo. Ho un diploma di scuola superiore F3 (elettricità) e uno come tecnico.

Negli ultimi due anni ho lavorato in Bolivia, essendo stato inviato come missionario della 152ª Spedizione Missionaria Salesiana, e opero come tirocinante nella comunità “Don Bosco Central” di Santa Cruz.

Io e un altro giovane missionario, David Eyenga, siamo i primi missionari africani in questa Ispettoria e questo a volte suscita la curiosità di alcuni giovani, perché ci troviamo vicini alla Colombia e al Brasile, e talvolta veniamo scambiati per l’appunto per Colombiani o Brasiliani. È durante le presentazioni che si rendono conto che siamo africani e allora vogliono subito sapere com’è l’Africa. Essendo uno dei primi missionari dell’Africa in Bolivia, personalmente la mia sfida più grande è raggiungere un’integrazione completa, perché finora è stata graduale, e la parte in cui devo crescere di più, se così si può dire, è la conoscenza culturale: la Bolivia ha una diversità culturale molto grande, e ogni Dipartimento vive in un modo diverso dall’altro. Ogni volta che visitiamo un Dipartimento abbiamo l’impressione di essere in Paesi diversi, pur restando nello stesso Paese.

Le gioia più grandi me la danno l’apertura, l’accoglienza e lo sforzo di accompagnamento che hanno nei miei confronti i miei confratelli in Bolivia. Mi aiutano ogni giorno nell’integrazione; e poi devo aggiungere anche la collaborazione e la condivisione che abbiamo con i laici, che è qualcosa che amo. Lavorando nel settore pastorale della mia comunità, sono a diretto contatto con i giovani e il mio dialogo con loro mi permettono di conoscerli e di integrarmi in modo gioioso. Essendo uno sportivo, i giovani sono spesso sorpresi di vedere un confratello che condivide con loro le diverse discipline, e a me fa molto piacere che alcuni di loro vogliano praticare anche loro molte discipline come me...

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