Quest’esperienza è stata condotta ad Aguas Blancas, non lontano da Minas, e fa parte del nuovo progetto vocazionale salesiano intitolato “Faremo a metà”, che si compone di sette esperienze concrete.
In concreto “Sai fischiare” si è sviluppati come un campo per ragazzi maschi maggiori di 16 anni, attivi nel Movimento Giovanile Salesiano e che contemplare la vita religiosa come una possibilità. Il luogo che li ha accolti è stata la “Casa dell’Immacolata”, una casa per ritiri situata nel mezzo degli altipiani uruguaiani.
Le attività si sono concentrate sulla certezza che ogni giovane ha ricevuto un dono da parte di Dio, da cui deriva che ognuno deve lasciare che Dio agisca in lui per far emergere il talento e metterlo al servizio degli altri.
La prima riflessione ha riguardato l’incontro tra Don Bosco e Bartolomeo Garelli – episodio da cui prende il nome tutta l’esperienza di “Sai Fischiare?”. “È stato l’innesco per far sì che il gruppo si presentasse e i ragazzi si conoscessero”, ha detto don Alfonso Bauer, Responsabile della Pastorale Vocazionale.
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Il progetto “Faremo a metà” consta di altre sei tappe: “Mi sembra che c’è della buona stoffa”, “Sognatore”, “Io ti darò la maestra”, “Ha fatto tutto Lei”, “Felici nel tempo e nell’eternità”, “Con voi mi trovo bene”.
“Non proporre la vita religiosa e vocazionale con la scusa che ‘tanto non interessa’ è l’opposto dello stile educativo salesiano” sottolineano i Salesiani dell’Uruguay. È urgente creare un “ambiente vocazionale nelle nostre opere salesiane”.