RMG – Solennità dell’Immacolata Concezione e cerchio mariano con il Rettor Maggiore

09 Dicembre 2021

(ANS – Roma) – L’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione, non è mai un giorno qualsiasi per i salesiani di Don Bosco. Sia per la devozione che i salesiani, sull’esempio del loro fondatore, hanno sempre nutrito verso la Madonna, e verso questo specifico titolo della Madre di Dio; e sia per l’anniversario del primo incontro di Don Bosco con Bartolomeo Garelli, che rappresenta il primo di tanti altri simili incontri – per Don Bosco e chi lo ha seguito – grazie ai quali milioni di giovani a rischio in tutto il mondo hanno trovato adulti significativi in grado di incamminarli su strade di futuro e di comunione con Dio. Per questo, in occasione del 180° anniversario di quell’avvenimento, ieri il Rettor Maggiore ha presieduto una solenne Eucaristia nella Basilica del Sacro Cuore, a Roma, cui ha fatto seguito il “cerchio mariano” nel cortile adiacente.

Nell’omelia della Messa, Don Á.F. Artime ha iniziato citando Benedetto XVI e ha ricordato come il nucleo del cristianesimo risieda non in qualche concetto astratto, ma nell’incontro con una persona, Gesù Cristo, Figlio di Dio. “Se la nostra fede fosse una dottrina o un’ideologia, come tutte quelle che si sono susseguite nei secoli, sarebbe già finita, e non ci sarebbe stato bisogno di Maria”. La festa dell’Immacolata Concezione celebra quella “degna dimora” che Dio Padre volle per suo Figlio, preservandola da ogni macchia di peccato. “Questa è l’essenza del dogma dell’Immacolata” ha affermato il Rettor Maggiore, che subito dopo ne ha ricavato un importante corollario per tutti i fedeli: “È qualcosa di bellissimo, perché significa che nel nostro essere innamorati di Dio, abbiamo ricevuto anche il dono di una ‘mamma’! E sentire la Madonna come madre è quello che ha salvato migliaia e migliaia di cristiani in epoche e circostanze diverse”.

Riflettendo sul brano del Vangelo del giorno si è soffermato sull’esortazione dell’arcangelo Gabriele a Maria: “Rallegrati, Maria!”. Quando si accoglie il piano di Dio nella propria vita, non c’è altro modo di vivere se non quello espresso in questo primo “Rallegrati!”. Il rallegrarsi di Maria non si limita al momento dolce e colmo di speranza del concepimento e della gravidanza: è un rallegrarsi che si estende a tutta la vita di Maria, anche agli anni dell’incomprensione, quando suo Figlio veniva ritenuto pazzo dalle autorità dell’epoca, e persino sul Golgota, quando Maria vede morire Gesù giustiziato come un delinquente. “Anche lì Lei crede che deve rallegrarsi, perché tutto fa parte del mistero di Dio”. Don Á.F. Artime ha esortato i fedeli a domandarsi se davvero, come cristiani, hanno tanta fede da rallegrarsi anche nelle difficoltà o nei problemi. Perché il rischio, ha detto con molto chiarezza, è quello di vivere la vita lasciandosi prendere dai suoi schemi e movimenti, tra lavoro, stanchezza, dolori, momenti belli e tempi difficili… E limitarsi a qualche tocco di religiosità qua e là, come spruzzi occasionali di acqua benedetta. Per questo, ha concluso, domandando e domandandosi: “Non sarebbe possibile diffondere molto di più la nostra fede? Io credo di sì; ma questo richiede il vivere con una gioia permanente, anche quando non si vede nulla, quando sembra tutto buio, come fece Maria per tanti anni”.

Il Rettor Maggiore ha ricordato anche il primo incontro di Don Bosco e Bartolomeo Garelli, un piccolo evento, avvenuto quasi di nascosto nella sacrestia della chiesa di san Francesco d’Assisi, a Torino; ma contemplando lo straordinario sviluppo successivo seguitone – un vasto movimento di persone che lungo i secoli si dedica alla salvezza dei giovani – ha osservato che: “Quando una cosa viene da Dio, resiste al tempo, alle guerre, alle difficoltà, ai nemici… Ad ogni cosa”.

Dopo la Messa ricordando quella prima Ave Maria “detta con fervore e retta intenzione” da Don Bosco e il giovane Garelli – che proprio il Santo dei Giovani indicò successivamente come l’origine di “tutte le benedizioni piovuteci dal Cielo” negli anni a seguire – Don Á.F. Artime si è unito agli altri membri del Consiglio Generale, agli Ispettori presenti a Roma per il corso a loro dedicato, ai salesiani della comunità della Sede Centrale Salesiana, agli altri membri della Famiglia Salesiana e ai fedeli presenti; tutti insieme, in cerchio, hanno recitato un’Ave Maria nel cortile del Sacro Cuore, realizzando così il tradizionale “cerchio mariano” salesiano.

Harris Pakkam

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