Da qualche tempo questi Registri e i quaderni annessi (prontuari, taccuini, ricettari…), hanno attirato l’attenzione dei ricercatori. Il 4 Novembre scorso, l’Università di Betlemme ha lanciato il progetto di uno studio interdisciplinare di questo patrimonio archivistico inesplorato, dal punto di vista sociologico, medico-infermieristico, culturale. Tra i partecipanti, alcuni discendenti di quei pazienti, ora abitanti nei campi profughi dell’area di Betlemme, tra i quali è ancora viva la memoria di Sim‘ān Srugi, “il dottore santo di Betgamāl”.
Le autorità accademiche e religiose intervenute alla presentazione hanno incoraggiato l’iniziativa, i cui risultati faranno conoscere meglio quel periodo storico della Palestina all’epoca del Mandato Britannico, e il ruolo importante che la comunità salesiana di Betgamāl svolse in quella regione, povera e affetta da malaria endemica. Srugi, infatti, non agiva da solo: era coadiuvato da suor Tersilla Ferrero FMA, infermiera diplomata all’ospedale italiano di Damasco, e dal signor Dikràn Ciakmakgiàn, Salesiano Cooperatore
Il Preside del Dipartimento di Humanities (Scienze Umanistiche), musulmano, nell’occasione ha osservato: “Noi tutti siamo religiosi, perché crediamo in Dio, preghiamo …; ma la religione vera la si dimostra con i fatti. Mu‘allem Srugi è un modello!”
Per maggiori informazioni, visitare la pagina: https://www.bethlehem.edu/2021/11/05/deir-beit-gamal
Don Gianni Caputa, SDB