Nonostante tutte le nefandezze e gli orrori che gli esseri umani sono capaci di compiere, il mondo continua a non sprofondare perché la logica della generazione, che mette al mondo felicità per altri, dona vita e futuro alla famiglia umana disegnando la trama segreta e indistruttibile della storia. La generazione dei quotidiani miracoli dell’agape che tengono in vita gli esseri umani è nel grembo stesso di Dio.
Nello stato brasiliano di Acre, in territorio amazzonico, a Cruzeiro do Sul, cittadina di centomila abitanti, sta per nascere una nuova presenza missionaria che metterà al mondo vita buona per decine di bambini e giovani esposti a molti pericoli. Impegnato in questo lavoro bello di generazione è proprio don Cappelletti.
Ha vissuto sei anni in due missioni sul fiume Alto Rio Negro, prendendosi cura degli indigeni che vivevano in piccoli villaggi della foresta. È stato poi trasferito nello stato amazzonico di Rondônia, a Porto Velho, città di 500.000 abitanti, dove è responsabile di una parrocchia, dell’oratorio e delle attività promosse per i bambini e i ragazzi. Da qui, ogni mese, percorre 1.200 chilometri di strada accidentata per recarsi a Cruzeiro do Sul e preparare la nuova missione voluta dal vescovo locale, il salesiano mons. Flavio Giovenale:
“Il dramma di questa cittadina sul confine con il Perù è il massiccio traffico di droga: quando i ragazzi abbandonano gli studi o finiscono la scuola e non riescono a trovare lavoro vengono spesso arruolati dai trafficanti per spacciare – racconta don Cappelletti –. Nell’area amazzonica vi sono famiglie solide e unite, attente all’educazione dei figli, ma moltissimi nuclei familiari sono fragili. I figli, spesso trascurati, cercano di fare soldi facili con la droga. La povertà è diffusa: agricoltura e allevamento, le principali attività, sono in mano a pochi, ricchissimi latifondisti, i quali purtroppo riservano ai loro lavoratori stipendi umilianti”.
Mons. Giovenale ha affidato ai salesiani la pastorale giovanile dell’intera città di Cruzeiro do Sul e la cura dei detenuti del locale carcere minorile. Obiettivo di don Cappelletti è aprire un oratorio per accogliere bambini e ragazzi e avviare corsi professionali affinché i giovani possano trovare un impiego o aprire una piccola attività. In particolare, saranno organizzati corsi di panificazione, cucina, estetica, installazione e manutenzione di impianti elettrici.
L’oratorio sorgerà nell’area dell’ex seminario maggiore, dove sono già presenti un campo di calcio e un campo al coperto per basket e pallavolo. In queste settimane si stanno ristrutturando i locali che accoglieranno la comunità salesiana e le diverse attività dell’oratorio.
In un’altra area della città la Caritas locale ha messo a disposizione un capannone, anch’esso in fase di ristrutturazione, che ospiterà le aule dei corsi. I lavori termineranno entro alcuni mesi e già a dicembre sarà possibile iniziare a raccogliere le iscrizioni.
“Da gennaio dell’anno prossimo dovrei andare a vivere stabilmente a Cruzeiro do Sul. Mi auguro che l’Ispettoria salesiana di Manaus, alla quale appartengo, e la Congregazione inviino almeno due confratelli: potremo così costituire una piccola comunità”, dice don Cappelletti, che in questo periodo sta valutando quali iniziative proporre nelle scuole della città; gli è stato infatti riferito che gli insegnanti, preoccupati per il futuro dei ragazzi, sono molto interessati ad accogliere i missionari e le loro proposte educative. “Penso che in questa città si lavorerà bene, le congregazioni religiose sono felici dell’arrivo dei salesiani – prosegue –. Il sindaco e l’assessore alle politiche giovanili, entrambi cattolici e coinvolti nella vita della Chiesa locale, sono molto disponibili e aperti a ogni iniziativa che possa sostenere le giovani generazioni”.
Intanto, a Iaureté, sull’Alto Rio Negro, don Cappelletti ha quasi completato la costruzione di una casa che sarà in parte destinata a ospitare la comunità religiosa, in parte riservata ad accogliere quei bambini che, soprattutto nel fine settimana, vivono per strada, abbandonati a se stessi perché i genitori bevono e si ubriacano. Al contempo, a Porto Velho, dove a causa della pandemia scuole e oratori sono temporaneamente chiusi, il sacerdote, insieme ai Salesiani Cooperatori, ha avviato, grazie al sostegno della Fondazione “Opera Don Bosco” di Milano, un progetto di adozioni a distanza: con i fondi raccolti vengono sostenute le famiglie maggiormente in difficoltà alle quali sono consegnati regolarmente cibo e medicinali, e in alcuni casi sono pagate anche le visite mediche.
“Quando vivevo il mio sacerdozio in Italia, in estate accompagnavo i giovani in Madagascar. Durante quei viaggi compresi che la vocazione missionaria mi apparteneva e chiesi ai miei superiori di partire”, prosegue il salesiano. “Da allora ho sempre vissuto tra i popoli del Brasile, ai quali sono profondamente legato. Aprire una nuova presenza salesiana a Cruzeiro do Sul è un’avventura entusiasmante, anche se le difficoltà non mancano. Ma alla scuola di Don Bosco ho imparato a darmi da fare e a confidare sempre nel Signore. Sogno che l’oratorio che stiamo costruendo possa anche diventare itinerante: vorrei che molte attività si svolgessero anche nei quartieri più poveri e periferici. I bambini e i ragazzi di questa cittadina, che il Signore guarda con sconfinato amore, hanno bisogno di essere accompagnati, guidati, sostenuti, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a costruire una vita buona. Lavorerò perseguendo questo obiettivo insieme a tutti coloro che vorranno dare una mano: l’alleanza degli adulti per il bene dei giovani è cruciale”.
Cristina Uguccioni
Fonte: L’Osservatore Romano