“In questo momento il flusso è molto forte, attraverso le carovane di migranti tutti vogliono provare a raggiungere il ‘sogno americano’. In questi giorni abbiamo preparato anche i corridoi della casa perché la gente vi possa dormire. Hanno un obiettivo chiaro, non vogliono ritardare il loro viaggio, vogliono solo mangiare qualcosa, dormire e proseguire”, spiega don Giampiero De Nardi, missionario salesiano, responsabile dell’opera salesiana di San Benito.
La situazione di pandemia influisce anche su “Casa Bethania”, che rispetta tutte le norme di sicurezza anti-Covid-19. In un giorno normale venivano servite 55 persone, ora a causa della pandemia se ne servono al massimo 30, che ricevono cibo e un posto per dormire, oltre alle cure mediche di un’infermiera volontaria venuta dalla Spagna.
Nella casa i migranti possono ricevere anche supporto psicologico e vengono individuati quanti possono avere bisogno di asilo, le persone la cui vita è in pericolo, e quanti, più che migranti vanno classificati come rifugiati, perché fuggono da situazioni di violenza nei loro Paesi.
La casa funziona grazie ai volontari, che provengono per lo più dalla parrocchia, collaborano alla pulizia degli ambienti, alla preparazione del cibo e alla raccolta degli alimenti.
La casa è attiva da circa quattro anni, un arco di tempo nel quale si stima che abbia fornito circa 18mila pasti, considerando pure che nel 2020 la casa è stata chiusa a causa della pandemia; il numero indica chiaramente il grande flusso migratorio presente nella regione.
Attualmente la maggior parte dei migranti intercettati proviene dall’Honduras, e in molti casi sono persone duramente colpite dagli uragani Eta e Iota dell’anno scorso.
“Ci sono persone che hanno perso tutto, molti ci dicono che hanno perso la casa. Un giovane ci ha raccontato come ha visto la sua compagna morire mentre veniva portata via dalla forte corrente di un fiume, e lei era tutta la sua famiglia. Vengono in grandi gruppi, intere famiglie, anche con i nonni. Nel loro passaggio attraverso il Guatemala hanno avuto problemi con la polizia, maltrattamenti, e tutto è stato molto difficile per loro. In questo momento l’unico obiettivo che hanno è quello di arrivare negli Stati Uniti, non vogliono altro e non sono interessati a nessun’altra opzione”, conclude don De Nardi.
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