Sergio Pitocco, rappresentante del VIS, ha spiegato che questo nuovo centro di emergenza è stato creato riorientando alcune attività del programma "Vamos Juntos", un progetto finanziato dall'Unione Europea e da altri benefattori, che mirava a reintegrare i bambini di strada nelle loro famiglie.
I benefattori "hanno aperto un nuovo centro di emergenza per offrire ai bambini di strada una comunità dove possano vivere durante questo periodo, lontano dai pericoli che sono sempre presenti sulla strada", ha detto Pitocco.
Il rappresentante del VIS ha poi spiegato che in questi giorni di decostruzione sociale, i bambini dell'Angola "sono più che mai esposti ai rischi della strada, alle malattie, al possibile contagio di Covid-19, alla mancanza di fonti di sussistenza e alla violenza degli adulti e spesso, purtroppo, anche della polizia".
Secondo Pitocco, molti dei 50 bambini e adolescenti, tra cui 9 ragazze e una bambina, accolti nel rifugio del centro salesiano "San Domenico Savio" di Luanda, hanno risposto positivamente.
In questo centro, i bambini e gli adolescenti ricevono l'attenzione di educatori sociali e volontari che forniscono loro protezione, cibo e igiene, e soprattutto "li aiutano a organizzare la loro vita quotidiana, a imparare e rispettare le regole di igiene e prevenzione, e ad essere responsabili", ha detto Pitocco.
Il 24 marzo il governo dell’Angola ha dichiarato lo stato di emergenza, con effetto dal 27 marzo, per ridurre la diffusione del nuovo coronavirus. Da allora, la fine dell'emergenza è stata prorogata due volte; l'ultima proroga è stata decretata il 10 maggio.
Ad oggi, in 12 delle principali regioni dell'Angola si sono registrati almeno 45 casi di infezione da Covid-19, 13 persone sono guarite e due sono morte. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'Angola è al 174° posto nel mondo per i casi di Covid-19.
"Stiamo cercando di trasformare questa emergenza in un'opportunità per svolgere un più accurato lavoro di accompagnamento e di responsabilizzazione dei bambini e degli adolescenti in situazione di strada e, in futuro, per preparare la strada del ritorno nelle loro famiglie".
Ad oggi molte iniziative sono state messe in atto per aiutare le famiglie di strada in Angola, Etiopia e Sierra Leone grazie ai missionari salesiani, ai Salesiani di Don Bosco degli Stati Uniti e ai membri dell'Istituto Religioso Don Bosco fondato dagli italiani 161 anni fa.