“Sono molto soddisfatto del programma di formazione culturale che la nostra Visitatoria Papua Nuova Guinea-Isole Salomone (PGS) ci ha offerto, in modo tale che nel nostro percorso di formazione possiamo andare incontro a persone di culture diverse”, ha spiegato il prenovizio salesiano Thomas Warwara.
Prima di raggiungere le Filippine per svolgervi il prenoviziato, Thomas ed altri prenovizi di PGS hanno seguito un corso di orientamento di tre settimane sulle culture della Melanesia, organizzato dall’Istituto Melanesiano di Goroka, in Papua Nuova Guinea. “Quel corso ci ha davvero aiutato a conoscere la nostra cultura e a capire perché la nostra gente si comporta in un certo modo” ha raccontato Thomas. Inoltre, poiché il corso coinvolgeva anche i missionari che da altri paesi giungevano in Melanesia, è risultato arricchente per il confronto generato tra gli stessi allievi.
Dopo questa fase, Thomas e gli altri prenovizi hanno frequentato un percorso di orientamento in otto sessioni sulla cultura filippina, tenuto don Alfred Maravilla, SDB, Superiore della Visitatoria PGS, originario delle Filippine.
Infine, una volta arrivati in quel Paese, hanno partecipato ad un programma intensivo di conoscenza della cultura locale: l’esperienza “bABBAd”, promossa dall’Ispettoria delle Filippine Sud (FIS), che ha portato i giovani prenovizi melanesiani – insieme ad altri giovani dal Myanmar e a ragazzi filippini che frequentano le opere salesiane – a trascorrere 10 giorni tra le famiglie povere filippine della città di Murcia, sull’isola di Negros.
Prima di inviarli nelle diverse famiglie, don Arvin Abatayo SDB, il coordinatore dell’esperienza bABBAd, ha ricordato ai partecipanti: “Quando vivrete con le famiglie, dovrete imparare a vedere, giudicare e agire secondo la situazione in cui vivono quelle persone, mettendovi pienamente nei loro panni. Solo così sarete capaci di crescere e svilupparvi e avere il cuore per aiutare chi ha bisogno”.
Questa esperienza intensiva ha permesso Thomas di conoscere in profondità la cultura filippina, il modo di pensare e di agire di quella gente, ed anche a trarre alcune conclusioni sulla multiculturalità: “Ho capito due cose: la prima è che ogni cultura è unica e non ha senso fare paragoni o stilare classifiche. Bisogna accettarle e rispettarle e questo ci apre anche a migliori relazioni con gli altri. La seconda è che possiamo condividere le nostre conoscenze e abilità con i poveri e bisognosi solo se viviamo con loro e sperimentiamo le loro stesse difficoltà”.
Fonte: AustraLasia