RMG – La libertà religiosa nel mondo
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18 Novembre 2016

(ANS – Roma) – Centonovantasei nazioni esaminate, in 38 delle quali la liberà religiosa “versa in situazioni difficili”: 23 registrano persecuzioni efferate – 12 da parte dello Stato e 11 da gruppi militanti radicali – mentre le altre 15 si collocano nell’area tra la discriminazione e la persecuzione. Sette poi sono i paesi per i quali è difficile perfino immaginare una classificazione, e dunque quelli in cui la libertà religiosa è in maggiore pericolo: Arabia Saudita, Iraq, Siria, Afghanistan, Somalia, Nigeria e Corea del Nord. È il quadro riportato dal “Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo” curato dalla Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” e presentato in varie sedi a livello internazionale lo scorso martedì 15 novembre.

“La situazione più terribile riguarda la Corea del Nord (…). Sappiamo solo che, per qualunque gruppo religioso, non è possibile esercitare la propria fede” ha detto il Direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro, nella presentazione tenuta a Roma.

Il Rapporto, definito dal dott. Monteduro come “uno strumento per restituire la speranza ai perseguitati”, osserva che i tre quarti delle persone perseguitate o discriminate a causa della loro religione sono cristiani. Il cristianesimo è, nel XXI, la confessione religiosa che più patisce: oltre 334 milioni di cristiani vivono in paesi in cui vi è qualche forma di persecuzione e altri 60 milioni vivono in paesi in cui sono discriminati.

Inoltre, ad eccezione di alcuni casi specifici, come l’Egitto, dove la condizione giuridica migliora e la persecuzione contro i cristiani e gli episodi di violenza diminuiscono, la violenza contro i cristiani è in generale in aumento in tutto il mondo.

Sempre per restare in Medio Oriente, durante la presentazione realizzata a Madrid mons. Jean Abdo Arbach, arcivescovo greco-cattolico di Homs, nella martoriata Siria, ha detto che solo in quella città “ci sono stati 420 martiri cristiani”.

I rischi per la libertà religiosa, tuttavia non vanno sottovalutati nemmeno in Occidente e nei paesi democratici. “Alla radice del fondamentalismo c’è la laicizzazione estrema che intende sradicare la religione, e che genera una reazione identitaria; comprimere la religione determina una distorsione del sentimento religioso (…) Si possono fare guai anche con la laïcité francese, perché essa può favorire la reazione fondamentalista” è stato il commento del Giudice Costituzionale italiano Giuliano Amato.

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