“Siate santi come io sono santo”
Essere santi è un dono, un dono a cui rispondere, da valorizzare e da accogliere. Un’altra espressione della santità di Dio si manifesta nella misericordia. Dio è misericordioso, è lui che viene incontro e rende capaci gli uomini di quel dialogo amorevole e filiale che porta alla pienezza. Naturalmente, ognuno va per la sua strada, dando il meglio di sé. Il sig. Zatti era solito dire ai suoi colleghi e pazienti: “A Gesù dobbiamo dare il meglio di noi stessi”.
Questa santità si realizza nell’esperienza di essere Popolo di Dio, animato dallo Spirito Santo, anima di tutta la ricchezza spirituale che rende presenti i valori del Regno di Dio. I santi sono membri del Popolo di Dio che accompagnano il suo pellegrinaggio verso l’eterno. La realtà dell’essere “popolo” è molto interessante: è in questo contesto che sperimentiamo conquiste, momenti di gioia e di pace, ma anche dolore e tristezza, per la malattia, la perdita di persone care o la durezza della povertà.
Come Zatti, testimonianze di gioia e umorismo
Possiamo scoprire che essere santi è vivere un’esperienza forte e ricca di incontro con l’Amore di Dio, che libera e porta a compimento il desiderio più profondo di amare, cioè di essere felici. Essere santi significa lasciarsi abbracciare nella propria piccolezza dall’amore misericordioso di Dio, che chiama tutti ad essere felici. Per iniziativa libera e amorevole di Dio, tutti sono invitati a essere santi.
A volte possiamo avere l’idea che un santo sia una persona triste, solitaria, malinconica, priva di energia e di passione... Al contrario! Papa Francesco dice: “Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umorismo. Senza perdere il realismo, illumina gli altri con uno spirito positivo e pieno di speranza”. (Gaudete et Exultate, 122).
La santità di Zatti è una chiara espressione del percorso spirituale proposto da San Francesco di Sales e ripreso da San Giovanni Bosco per il suo progetto educativo pastorale a servizio dei giovani poveri. Un percorso spirituale, con la proposta di santità per tutti, vivendo con gioia e profonda fiducia nell’Amore provvidente di Dio. Zatti l’ha riassunto in questa bella espressione: “Come possiamo non sorridere sempre, se Dio ci ama così tanto!”
Amore e cura per tutti
Zatti è uno del popolo: tutti lo sentono come uno di loro, per questo è stato chiamato “parente di tutti i poveri”. La sua presenza tra la gente del distretto di Viedma e Carmen de Patagones trasmette gioia e serenità. È una presenza che accorcia le distanze. Un fratello che esce per incontrare i suoi vicini.
Nelle sue azioni, sia nell’ospedale San José, sia nella comunità salesiana, irradia la sua gioia e la sua bontà, che generano una serena simpatia. Tutti si sentono a proprio agio quando lo incontrano. Presta attenzione a tutti. La sua bicicletta diventa un segno di questo andare incontro agli altri e accorciare le distanze. Nel suo cuore di salesiano e infermiere, tutti sono importanti, ed egli si “moltiplica” per raggiungere tutti e servire Gesù in ogni persona sofferente, in ogni suo prossimo.
Sa comunicare con tutti, ha un gesto per i bambini, una battuta o una parola di incoraggiamento per ciascuno. La gente semplice e i poveri sono i primi a cogliere la sua statura spirituale. È la stessa gente del quartiere che si sente accompagnata e curata dal cuore caritatevole di Zatti: lo considerano un santo.
“Bisogna saper ingoiare amaro e sputare dolce”
Zatti ha sperimentato nella sua storia le difficoltà e i dolori della povertà e della malattia. Lui e la sua famiglia sono dovuti emigrare in cerca di una vita migliore. Arrivano lasciando la loro terra, la loro gente, portano nel cuore la tristezza di chi deve lasciare il proprio posto, ma anche la forte speranza di un mondo con più opportunità.
La sua storia, abbracciata con fede, lo forma e lo prepara ad essere medicina in mezzo a tanti fratelli e sorelle malati e poveri. Il suo cammino gli permetterà di avere un cuore compassionevole e fraterno per tutti, specialmente per i sofferenti. Il suo sorriso, le sue parole e i suoi gesti diventano una medicina che incoraggia e rafforza. Quando gli si chiedeva delle difficoltà e dei problemi che doveva affrontare, diceva: "Bisogna saper ingoiare amaro e sputare dolce”, espressione di chi abbraccia e trova nella croce la forza di essere manifestazione dell’amore di Dio per gli altri.
Zatti, santo, è un chiaro dono di Dio al suo popolo. I poveri, i malati e i sofferenti vi trovano un fratello vicino, comprensivo e sollecito nell’aiutarli e assisterli nell’incontro con Dio e la sua grazia. Zatti non solo guariva il corpo ma, come uomo di fede e buon cristiano, aiutava i suoi prossimi a crescere nella fede.
Zatti, “un santo in vita”
Come raccontato da coloro che hanno testimoniato all’inizio del processo della sua causa di beatificazione, già durante la sua vita l’intera popolazione aveva una grande stima e apprezzamento per l’infermiere.
Una chiara espressione di ciò è stata la risposta della popolazione al suo funerale. Tutta la città si è mobilitata per accompagnare il corteo funebre. Così lo ha riportato Feliciano López: “L’accompagnamento al cimitero è stato impressionante. Il feretro era accompagnato da mons. Borgatti, dalle autorità del governo e del comune, che avevano ordinato la chiusura e la sospensione di tutti gli uffici pubblici. L’impresario delle pompe funebri ha organizzato un servizio di prima classe. Al termine della funzione, l’Ispettore ha proposto a tutti il compito di raccogliere testimonianze, ricordi e aneddoti per preparare una biografia”.
Oggi la devozione a Zatti si esprime in modo semplice e sereno. In questo tempo in cui tanto si è sofferto a causa della pandemia, e in cui la salute e i suoi servitori hanno acquisito tanta importanza, il sig. Zatti si presenta come un intercessore attento ed efficace. Sono molti coloro che, in modi diversi, si avvicinano e chiedono l’intercessione dell’infermiere, che pure ha sofferto la malattia, in prima persona, durante la sua vita.
Don Pedro Narambuena, SDB
Vicepostulatore della causa di Artemide Zatti,
Direttore della comunità salesiana di Viedma - Carmen de Patagones,
Direttore della casa editrice “Ceferino Misionero”
Fonte: Bollettino Salesiano dell’Argentina.