Il Direttorio per la Catechesi è un documento della Santa Sede affidato a tutta la Chiesa. Rivolto primariamente ai vescovi, servirà però soprattutto nel lavoro ordinario di evangelizzazione di sacerdoti, diaconi, consacrati e milioni di catechisti.
Il testo presentato ieri – alla presenza anche di mons. Octavio Ruiz Arenas, Segretario del PCPNE, e mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst, Delegato per la Catechesi del medesimo Pontificio Consiglio – è frutto di una vasta consultazione internazionale ed è il terzo che viene presentato a partire dal Concilio Vaticano II. I due precedenti hanno segnato gli ultimi cinquant’anni di storia della catechesi, ma “il processo di inculturazione che caratterizza in particolare la catechesi… ha richiesto la composizione di un nuovo Direttorio” ha spiegato mons. Fisichella.
In particolare, il presule ha indicato due esigenze specifiche che hanno motivato la realizzazione di questo nuovo Direttorio: a livello sociale, la grande sfida della cultura digitale, che oggi come oggi “tocca alla radice la questione antropologica decisiva in ogni contesto formativo”; e poi, a livello più teologico ed ecclesiale, la necessità di dare seguito ai percorsi sinodali intrapresi dalla Chiesa negli ultimi 15 anni.
In tal senso, ricordando che “l’evangelizzazione occupa il posto primario nella vita della Chiesa e nel quotidiano insegnamento di Papa Francesco”, mons. Fisichella ha sottolineato che la catechesi si accompagna “intimamente” all’evangelizzazione, ma senza sostituirla o volerle imporre i propri tratti.
“In questo rapporto il primato spetta all’evangelizzazione, non alla catechesi. Ciò permette di comprendere perché alla luce di Evangelii gaudium, questo Direttorio si qualifica per sostenere una ‘catechesi kerygmatica’. Cuore della catechesi è l’annuncio della persona di Gesù Cristo, che sorpassa i limiti di spazio e tempo per presentarsi ad ogni generazione come la novità offerta per raggiungere il senso della vita” ha sintetizzato con grande efficacia il Presidente del PCPNE.
Il Direttorio si snoda toccando diverse tematiche che non fanno altro che rimandare all’obiettivo di fondo: “far raggiungere la conoscenza dell’amore cristiano che porta quanti l’hanno accolto a divenire discepoli evangelizzatori”.
Un tratto di novità del Direttorio, ad esempio, è il legame tra evangelizzazione e catecumenato nelle sue varie accezioni. Con ciò s’intende compiere quella “conversione pastorale” che serve a liberare la catechesi da alcuni lacci che ne impediscono l’efficacia – come lo “schema scolastico” con cui spesso viene offerto il catechismo.
Successivamente si pone l’accento sull’importanza della formazione dei catechisti all’uso della via pulchritudinis, la “via della bellezza”, che viene indicata quale una delle “fonti” della catechesi.
Ancora, altra dimensione su cui il Direttorio pone l’accento è mantenere unito il mistero della fede, “pur articolandolo nelle diverse fasi di espressione” (teologia, liturgia, carità).
Il conclusione, il nuovo Direttorio, “presenta la catechesi kerygmatica che … trova il suo punto di forza nell’incontro”, perché “per troppo tempo la catechesi ha focalizzato il suo impegno nel far conoscere i contenuti della fede e con quale pedagogia trasmetterli, tralasciando purtroppo il momento più determinante come l’atto di scegliere la fede e dare il proprio assenso”; mentre la catechesi che dà il primato al kerygma, “prima di considerare i contenuti a cui aderire con il proprio assenso” sottolinea innanzitutto che la scelta di fede è “un atto di libertà perché si scopre di essere amati”.
Ieri è stata presentata l’edizione ufficiale in lingua italiana. Sono già pronte, comunque, le traduzioni in spagnolo (edizione per l’America Latina e la Spagna), in portoghese (edizione per il Brasile e Portogallo), inglese (edizione per USA e Regno Unito), francese e polacco.
Gian Francesco Romano