La CCS festeggia 75 anni “al servizio dell'educazione e della fede”. Cosa costa di più oggi, educare o credere?
Educare. Credere non costa, è pura grazia e ti ritrovi a vivere in essa e di essa. Per educare, invece, bisogna unire la volontà e l’obiettivo di aiutare se stessi a crescere come persone libere e con senso critico, capaci di impegnarsi per il bene di tutti, senza soccombere alla pressione dei più forti. Parlo per esperienza, come insegnante-educatore, ma qualsiasi madre o padre può dirvi quanto costi educare…
La catechesi è ancora la ragion d’essere della CCS?
La catechesi, come impegno perché il Vangelo risuoni nella vita delle persone, è la ragion d’essere della Chiesa, dei Salesiani e anche dell’editrice CCS. I mezzi sono molteplici. Qui lo facciamo attraverso le pubblicazioni e riviste come Catequistas o Misión Joven.
Che posto occupa l’editrice CCS nella proposta evangelizzatrice salesiana?
Noi salesiani siamo “evangelizzatori di giovani” nelle scuole professionali, le scuole, le parrocchie, le case di formazione, i centri giovanili, le università, le attività sportive e ricreative, l’accoglienza e l’accompagnamento dei minori a rischio, le piattaforme sociali, le missioni, il volontariato… E anche nella comunicazione sociale, che, secondo le nostre Costituzioni, “figura tra le priorità apostoliche della missione salesiana”. Questo è il posto dell’editrice CCS.
Don Bosco, che sapeva essere un “giocoliere” per i giovani, avrebbe oggi la formula per far leggere di più le nuove generazioni?
Oggi non sarebbe stato facile per Don Bosco, un giocoliere che osò sfidare i “professionisti” che riuscivano solo a distrarre e disorientare i suoi giovani. I bambini e i giovani leggono, oggi più che mai, sulle reti, non sui libri. Don Bosco starebbe con loro, accetterebbe la sfida di attrarre e orientare le nuove generazioni verso Dio, invitandole a rompere l’autoreferenzialità che le irretisce.
Fonte: Vida Nueva