Che ruolo hanno le IUS nella Pastorale Giovanile della Congregazione?
Le nostre Istituzioni di studi superiori nascono con diverse motivazioni rispetto agli inizi; se inizialmente c’era la preoccupazione di offrire e garantire ai salesiani religiosi una formazione di livello superiore, successivamente è maturato un altro passaggio: l’insegnamento superiore in quanto risultato naturale della crescita ed evoluzione delle scuole medie e superiori salesiane, note per la loro eccellenza accademica ed educativa. Naturalmente, nascono anche dal bisogno di continuare ad accompagnare i giovani nel periodo della loro vita in cui sono chiamati a prendere decisioni fondamentali per il loro futuro ed offrire un’opportunità di accesso all’università a coloro che provengono dagli ambienti popolari e dal mondo del lavoro.
Nel loro insieme riflettono la convinzione che, attraverso i nostri centri di formazione superiore, siamo capaci di offrire alla società una proposta culturale di qualità, arricchendola con persone ricche di umanità, professionisti competenti e cittadini attivi. Quindi, assumendo la tradizione scientifica e accademica propria della struttura universitaria, offrono a questo livello educativo i valori e lo spirito propri del patrimonio educativo e carismatico salesiano, configurandosi così come istituzioni con un’identità specifica, sia all’interno della Chiesa, che della società.
Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un forte aumento numerico delle IUS; quali sono le prospettive ora?
In risposta ai nuovi contesti che dobbiamo affrontare, occorre discernere sempre accuratamente sulle prospettive del nostro ridimensionamento. La missione non si limita alle nostre opere: cioè, dobbiamo capire se viene garantita la nostra identità carismatica nella riconversione delle Ispettorie. Questa riorganizzazione o prolungamento dell’istruzione superiore si muove sulla base di alcune condizioni: in primo luogo, la densità carismatica e il metodo educativo salesiano, indicato soprattutto nel Sistema Preventivo di Don Bosco. Accanto a questo, la qualità della presenza e dell’attenzione ai giovani che provengono delle classi popolari. Prepararli per il futuro, rendendo le nostre istituzioni più simili a “scuole di volo” che a “nidi”. In terzo luogo, deve essere curata una comunità accademica con una chiara identità salesiana. Non da ultimo, c’è sempre la sfida della sostenibilità di risorse umane ed economiche. In poche parole, l’Ispettoria deve promuovere l’identificazione e l’impegno per il Progetto Istituzionale cristianamente e salesianamente orientato e per l’intenzionalità educativo-pastorale.
Cos’è che rende un istituto di educazione superiore un’autentica IUS? Dove risiede “l’essenza salesiana”?
Data la pluralità dei diversi contesti culturali e religiosi delle nostre università, vorrei offrire il quadro dal quale la Congregazione potrebbe pensare di animare e promuovere la proposta educativo-pastorale salesiana. A titolo illustrativo, vorrei indicare alcuni criteri:
- il criterio identitario, cioè, la prospettiva evangelizzatrice e salesiana, basata sull’amore e la libertà come principi evangelici fondamentali, che non rinuncia a proporre un processo di personalizzazione della fede nello stile salesiano;
- il criterio educativo dell’integrità, che cura l’osmosi tra i tre livelli di accompagnamento: ambiente educativo ampio, gruppi e accompagnamento personale;
- il criterio del comportamento etico esemplare;
- il criterio vocazionale, che aiuta a riconoscere, interpretare e scegliere ciò a cui gli allievi si sentono chiamati;
- l’approccio comunitario in “spirito di famiglia”, che ispira le relazioni personali e la pedagogia;
- i criteri dell’interculturalità e del pluralismo religioso, che cura la “cultura dell’incontro” con tutti;
- il criterio dell’impegno socio-politico, inerente all’impegno cristiano;
- e il criterio di rete, consapevole del bisogno di sinergie e connessioni con tutti coloro che sono coinvolti nei processi educativi.