Da dove nasce l’idea di questo volume?
Nel 2020, precisamente il 26 luglio, ricorre il centenario della nascita di Don Egidio Viganò. E il 23 giugno il venticinquesimo della sua morte, avvenuta a Roma nel 1995. Partendo da queste due date Don Ángel, attuale Rettor Maggiore, ha chiesto un segno per ricordare e attualizzare la figura di Don Viganò. Così è nata questa pubblicazione.
Tra i tanti testi di Don Viganò, perché si è scelto di ripubblicare proprio L’interiorità apostolica?
Ci abbiamo pensato parecchio, e abbiamo riconosciuto che questo testo raccoglie in sintesi il meglio del pensiero e della proposta apostolica di Don Viganò alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana. Oggi, come dice bene Don Ángel, nella sua prefazione, in un mondo in rapido cambiamento, sempre più multicentrico e confuso, rischiamo più che mai di smarrire la nostra identità carismatica. Recuperare “interiorità apostolica” attraverso la “grazia di unità” è strategico e decisivo, oggi più che mai.
Che cosa dobbiamo intendere con “grazia di unità”?
Don Egidio ne ha parlato in lungo e in largo nel suo fecondo magistero. La vita salesiana è attiva, dinamica, creativa, apostolica. È evidente che i suoi rischi sono la dispersione e l’attivismo, la superficialità e la mediocrità spirituale. “Grazia di unità” significa prima di tutto che noi siamo quel che siamo solo se rimaniamo uniti a Dio, che l’unità della nostra vita è una questione teologale, cioè si radica nella costante unione con Dio. Che essere attivi non è opposto ad essere contemplativi, e viceversa: ciò è evidentissimo nella vita del Signore Gesù, che unisce mirabilmente l’azione apostolica con la preghiera sul monte. Ed è chiaro anche nell’esistenza di Don Bosco, che ha sempre trovato nell’unione con Dio la fonte inesauribile della sua azione apostolica.
Sta dicendo che dobbiamo ancora una volta ripartire da Don Bosco come uomo di Dio?
Certo, il segreto di Don Bosco sta nella sua vita interiore, nella sua “interiorità apostolica”. Si racconta che il beato Ildefonso Schuster, cardinale arcivescovo di Milano e grande estimatore di Don Bosco, quando ricevette e lesse nei primi anni ’50 il volume Don Bosco con Dio di Eugenio Ceria – che rimane un classico della spiritualità salesiana – disse così: “Finalmente i salesiani incominciano a capire Don Bosco”. Lui, benedettino, aveva ben chiaro che l’unione con Dio sta alla radice di ogni pratica apostolica degna di questo nome!
Che cosa ha chiesto ai tre Rettori Maggiori che sono intervenuti nel volume?
A Don Ángel solo una breve prefazione. Chi è chiamato a fare il Rettor Maggiore va lasciato in pace, ha già troppo da fare anche in tempi di pandemia! Ho pensato invece di ripubblicare una bellissima e poco conosciuta lettera circolare di Don J.E. Vecchi (ACG 354), scritta quando era Vicario, pochi mesi dopo la morte di Don Egidio. Riprende l’identità del consacrato salesiano a partire dalle tantissime lettere del suo predecessore e quindi è un’ottima premessa al testo L’interiorità apostolica. E poi ho domandato a Don Chávez, nella postfazione al volume, di attualizzare il lungo e fruttuoso magistero di Don Viganò per l’oggi della nostra vita di consacrati e apostoli dei giovani. E lo ha fatto in forma davvero magistrale.
Quali sono le attese per questo volume?
Il Rettor Maggiore ha omaggiato una copia del testo a tutte le Ispettorie del mondo ed alcune altre a tutte le case di formazione. Così anche a tutti i gruppi della Famiglia Salesiana. Ha chiesto all’editore italiano (LDC) di offrire gratuitamente i diritti d’autore per eventuali traduzioni in altre lingue. Il desiderio non è semplicemente quello di diffondere il libro e di tradurlo, ma di aiutare ogni consacrato salesiano e ogni membro della Famiglia Salesiana a vivere pienamente la propria vocazione di discepolo del Signore e apostolo dei giovani. Perché, in fondo, essere parte del carisma salesiano significa prima di tutto e soprattutto questo.