Sudan del Sud – Il Centro Sanitario “Don Bosco” di Gumbo, presentato dalle Suore della Carità di Gesù

(ANS – Gumbo) – Le Suore della Carità di Gesù, XI gruppo della Famiglia Salesiana, gestiscono un centro sanitario che serve i poveri dell’area di Gumbo, un villaggio nei pressi di Juba, ma sulla riva opposta del Nilo. Oggi le Suore della Carità di Gesù – parte della Famiglia Salesiana dal 1986, che contano quasi 1.000 religiose sparse in 16 Paesi dei cinque continenti – ce lo presentano.

Come è iniziata questa missione sanitaria?

La parrocchia “San Vincenzo de’ Paoli” di Gumbo, è stata affidata ai salesiani nel 2006 e nel 2008 i salesiani hanno iniziato a risiedere nel villaggio. Il Centro Sanitario di Base “Don Bosco” è stato fondato nel 2012, dopo che era stata osservata la necessità di una simile struttura per la popolazione locale. Difatti, è l’unico centro sanitario per 20 villaggi in un raggio di 20 km. I lavori sono iniziati in tre piccoli ambienti, e visite a circa 30 persone al giorno. Oggi assistiamo una media di 100-200 pazienti al giorno in ambulatorio, persone bisognose di Gumbo e dintorni.

Cos’è la “Clinica Mobile”?

Oltre alle attività in ambulatorio, sviluppiamo anche programmi di riabilitazione per HIV/AIDS, per una sana alimentazione e di assistenza sanitaria pediatrica. E poi c’è la “clinica mobile”, che offre i suoi servizi nelle realtà in cui sono presenti le stazioni missionarie della parrocchia. Questa iniziativa è importante per il suo potenziale preventivo nei confronti delle malattie trasmissibili come la dissenteria e altre malattie legate alla salubrità dell’acqua, che sono la principale minaccia per la salute di migliaia di persone in Sudan del Sud. Con la clinica mobile riusciamo a raggiungere molti più pazienti che altrimenti non sarebbero stati in grado di raggiungere il nostro dispensario.

Che impatto ha la pandemia?

La pandemia ci pone di fronte a molte sfide, a partire dal sistema sanitario del Paese, molto malandato, e dalla mancanza di personale sanitario preparato. In secondo luogo, la maggior parte della popolazione non ha una comprensione della pandemia e della sua gravità. Ci sono alcuni miti a riguardo, anche a causa della mancanza di informazioni, perché la maggior parte della popolazione non ha accesso alle corrette fonti di informazione.

Nel nostro centro abbiamo realizzato un laboratorio di tre giorni d’informazione, prevenzione e controllo su Covid-19. Inoltre, ci sono stati seminari di formazione e accompagnamento per il nostro personale sanitario. La pandemia è una grande sfida per un Paese che ha solo due laboratori in grado di fare i test, pochissimi ventilatori polmonari e strutture per la quarantena, impossibilità di rispettare la distanza sociale per il sovraffollamento delle abitazioni e per la sopravvivenza garantita da lavoretti informali…

Quali sono le sfide per il vostro centro a Gumbo?

Intanto stiamo facendo fronte alla sfida della pandemia: abbiamo acquistato un termometro per la fronte, guanti, mascherine chirurgiche e altri dispositivi di protezione individuale per proteggerci mentre trattiamo le persone che vengono nel nostro centro sanitario.

Grazie al sostegno di tante persone generose e delle Procure Missionarie salesiane, forniamo farmaci essenziali per i malati a prezzi molto bassi, e addirittura gratis per i gli sfollati interni.

Fonte: AustraLasia

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