In quale zona dello Zambia sta operando oggi come missionario?
Il mio lavoro pastorale si svolge nella parrocchia salesiana di Santiago, che conta 16 stazioni missionarie. L’ultima si trova nella provincia di Luapula, direttamente a Mansa, nell’area di Mutiti. Abbiamo iniziato a riunirci con la gente domenica scorsa. È una stazione missionaria con 700 persone che vivono lì. Sono stati in quarantena, ma devono vivere e sopravvivere, in mezzo alla povertà. In Zambia il confinamento è stato rimosso, perché la gente ha bisogno di lavorare e di vivere. Nelle zone rurali non ci sono casi.
Cosa fanno i salesiani?
Nella mia comunità siamo tre salesiani. Lavoriamo nella scuola, in un centro giovanile, nell’oratorio e facciamo missioni in 16 stazioni missionarie. Il lavoro missionario è vasto e cerchiamo di avere almeno una parrocchia in ogni stazione missionaria, ma ad oggi abbiamo costruito circa sette chiese e siamo al fianco dei poveri e tra la gente.
La parrocchia ha delle stazioni missionarie. In cosa consistono?
La Chiesa Cattolica è molto benvoluta dalla gente, ma conviviamo con Evangelici e Protestanti. Le persone hanno una grande tolleranza verso i gruppi religiosi. È interessante che nella costruzione della chiesa siamo stati aiutati da altri gruppi religiosi.
Quali sono i bisogni delle persone?
Hanno bisogno di organizzarsi meglio per poter avere sviluppo. Sono contadini e purtroppo sono lasciati nella povertà, perché non possono vendere i loro prodotti. Molti di loro sopravvivono con quello che producono, ma sono davvero persone molto buone e felici.
E qual è la missione dei salesiani?
Nella diocesi ci sono i Missionari d’Africa – i cosiddetti ‘Padri Bianchi’ – i Francescani e i Salesiani. Il nostro contributo è prettamente quello giovanile e quindi la scuola è fondamentale. Nei villaggi ci sono giovani che vogliono crescere e noi li sosteniamo nella crescita, li aiutiamo.
Parlaci della chiesa che avete costruito.
Noi salesiani siamo in Zambia dal 1982. La gente è contenta di avere un nuovo tempio a Villa Mutiti e ci ha aiutato a costruirlo, perché vede che è necessario avere momenti di incontro con Dio, che prima facevamo all’aperto. I lavori di costruzione sono stati fatti durante la pandemia, perché in questa zona il Coronavirus non è arrivato, ma ci sono altre malattie che uccidono migliaia di persone.
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