Il motto da loro scelto per l’ordinazione è stato: “Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire” (Mt 20,28). Mons. Lorenzelli lo ha sapientemente illustrato nell’omelia. I diaconi svolgono il loro servizio con umiltà e carità, fornendo sostegno all’ordine sacerdotale nel servire il popolo di Dio. Vengono chiamati a custodire con purezza di coscienza il mistero della fede, annunciando attraverso le parole e con la testimonianza di vita il Vangelo per il bene del corpo di Cristo che è la Chiesa. Sempre forti ed emblematiche sono le parole del rito al momento della consegna del libro dei Vangeli: “Credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”.
La chiamata a questa qualità evangelica di servizio si è esplicitata nel dialogo con il vescovo, dove i nuovi diaconi hanno espresso il loro “sì lo voglio” al celibato “segno della vostra totale dedizione a Cristo Signore, a servizio di Dio e degli uomini”; all’impegno della Liturgia delle ore “secondo la vostra condizione, insieme con il popoli di Dio per la Chiesa e per il mondo intero”. L’ultima parte del dialogo dice con grande intensità la portata del dono e del mistero che si compie nel sacramento dell’ordine: “Voi che sull’altare sarete messi a contatto con il corpo e sangue di Cristo volete conformare a lui tutta la vostra vita? - “Sì, con l’aiuto di Dio lo voglio”.
I nuovi diaconi provengono da diverse Circoscrizioni della Congregazione salesiana: Portogallo, Timor Est, Angola, Zambia, Bangladesh – Ispettoria di Calcutta – Madagascar e Sri Lanka. Rappresentano la ricca diversità della comunità “Zeffirino Namuncurà”, in via della Bufalotta 550, con religiosi da 28 Paesi e 24 Ispettorie della Congregazione. Questo è anche un segno della sinodalità intrinseca alla Congregazione Salesiana, per storia e per carisma una famiglia di nazioni e culture diverse, unita da una feconda eredità spirituale comune.
Nel loro ringraziamento i neo-diaconi hanno espresso viva gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile e contribuito alla celebrazione, a don Roberto Colameo, parroco della Basilica, e alla comunità del Don Bosco, e in particolare alla équipe di ANS per il prezioso servizio di trasmissione in diretta della celebrazione, che ha permesso alle loro famiglie e amici di partecipare anche da remoto.