Nel discorso tenuto per l’occasione il Rettore ha ricordato che nelle circostanze di quei giorni, quando guardava gli studenti e i volontari che si davano da fare, vedeva in loro i futuri imprenditori e funzionari pubblici e, soprattutto, una nuova generazione di professionisti che dimostrava in ogni momento vicinanza e solidarietà ai loro fratelli indigeni. Con la voce interrotta dalle emozioni, ha concluso: “Credo di non aver sognato, e che questo mondo è possibile”.
A nome degli studenti ha parlato Carla Altamirano, affermando che l’opera umanitaria intrapresa si basa sulla frase di Don Bosco: “L’educazione è cosa del cuore”. Ha sottolineato che l’intera comunità universitaria - studenti, insegnanti e personale amministrativo - si è riunita per aiutare e che molte più persone sono state coinvolte in questo lavoro per la costruzione di un Paese migliore.
Oltre all’Università Politecnica Salesiana, questo riconoscimento è stato conferito alla Pontificia Università Cattolica dell’Ecuador, alla Scuola Politecnica Nazionale, all’Università Centrale dell’Ecuador, all’Università Andina “Simón Bolívar” e alla Casa della Cultura Ecuadoriana, che hanno servito anch’essi come anche centri di accoglienza e di aiuto umanitario.
Prima della consegna del documento di riconoscimento, l’on. Candell ha detto che la Commissione da lui rappresentata non poteva non sottolineare il grande senso di responsabilità e l’attenzione avuti dalle università in quei contesti, e ha anche sottolineato che le attività svolte in quelle istituzioni erano giustificate nel quadro della solidarietà, dell’umanesimo e del rispetto del diritto di protesta.
“In tempi in cui regnano odio, divisione e frattura sociale, l’università ecuadoriana deve far sentire la sua voce serena, umanista, responsabile e solidale… Assegniamo questo riconoscimento affinché il pensiero prevalga sulla brutalità, e il dialogo sulla violenza”, ha detto il Presidente della CECCYT.
L’Università Politecnica Salesiana ha svolto un ruolo fondamentale nella crisi sociale e politica che il Paese ha recentemente vissuto: fedele al carisma del suo patrono, è stata una casa di accoglienza e di accompagnamento spirituale per i fratelli indigeni, mettendo il loro benessere al primo posto.