Al mattino di martedì 12 marzo, il Rettor Maggiore ha incontrato la Comunità Missionaria Salesiana di São Marcos, alla presenza anche delle Figlie di Maria Ausiliatrice che lavorano nella missione con i salesiani. Dopo la preghiera delle Lodi, il Rettor Maggiore ha rivolto parole di incoraggiamento ai suoi confratelli missionari, ricordando che il lavoro con le popolazioni indigene è uno dei pilastri dell’azione salesiana.
Successivamente il Card. Fernández Artime si è recato al villaggio di Nostra Signora di Fatima, che si trova a circa un’ora di strada lungo un sentiero sterrato dalla casa della missione salesiana, e che riceve assistenza dai salesiani di São Marcos.
L’incontro è stato sin da subito emozionante, con il cielo azzurro, la terra bianca e il caldo vicino ai 37° C che intensificavano i colori delle pitture corporee degli Xavante. Appena arrivato il Cardinale è stato accolto dagli abbracci dei nativi, a cominciare dai bambini, seguiti poi dai giovani e dagli adulti che hanno formato lunghe code per chiedere al Rettor Maggiore la sua benedizione.
Con i sacerdoti già vestiti per la liturgia, gli stessi indigeni hanno chiesto una processione d’ingresso per mostrare solennità e rispetto per la celebrazione religiosa e per il presidente della celebrazione, il Rettor Maggiore. Successivamente anche tutta la celebrazione è stata animata con canti in lingua xavante, e tutta l’assemblea composta da adulti, giovani e bambini xavante, nonostante il forte sole, è rimasta ferma impassibile davanti all’altare preparato nel centro del villaggio.
Insieme al Rettor Maggiore hanno concelebrato l’Ispettore di Brasile-Campo Grande, don Ricardo Carlos; il Vicario, don Ademir Lima; il Direttore della presenza missionaria di São Marcos; don Douglas Chrystiano Souza; il Parroco della comunità missionaria, don Alfred Haidler; il Direttore della presenza salesiana di Barra do Garças, don Slawomir Bronakowski; e il missionario salesiano, don Miguel Paes da Silva. E dall’arrivo del Rettor Maggiore a Meruri, anche la Superiore dell’Ispettoria “Madre Mazzarello” delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Brasile-Belo Horizonte, suor Teresinha Ambrosim, è stata presente agli incontri con il Cardinale Fernández Artime.
Al termine della Messa, merita di essere segnalato che il Cardinale ha ricevuto il titolo di cittadino del comune di Barra do Garças e anche il copricapo come capo xavante, in segno di riconoscimento per il lavoro svolto dai salesiani con le popolazioni native.
Nel primo pomeriggio, poco dopo le 15, il X Successore di Don Bosco ha raggiunto la Presenza Missionaria Salesiana di Sangradouro, accolto anche in questo caso da una folta e festosa schiera di indigeni.
In seguito, il Rettor Maggiore si è recato nel vicino villaggio xavante, a circa 500 metri dalla casa dei missionari salesiani, accompagnato dal Direttore della comunità, don Amércio Rezende de Oliveira, per partecipare alla Warã presso il centro del villaggio di Sangradouro – cioè, alla riunione degli anziani del villaggio. E in questo momento di dialogo tra autorità gli anziani hanno ringraziato il Cardinale per la sua presenza tra gli indigeni e gli hanno chiesto di inviare altri salesiani a lavorare nelle missioni.
Prima di concludere la sua visita alle missioni salesiane tra le popolazioni indigene del Mato Grosso, il Cardinale Fernández Artime, al suo penultimo viaggio internazionale come Rettor Maggiore, ha voluto esprimere la sua visione sull’esperienza di questo viaggio: “Già conoscevo molto delle nostre missioni nel Mato Grosso grazie alle informazioni ricevute in Europa, ma ora che mi trovo di fronte alla realtà di queste missioni, il primo sentimento è di profonda emozione e di ringraziamento a Dio per questi decenni e quest’anniversario di servizio. Per me questa realtà è motivo di enorme gratitudine per tutto ciò che, con la grazia di Dio, tutti i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto hanno fatto per questi popoli”.
Quindi, il X Successore di Don Bosco ha concluso: “Se non fosse stato per la presenza del carisma di Don Bosco, la realtà di questi popoli sarebbe certamente diversa. O non sarebbero più qui, o sarebbero molto più piccoli, o non sarebbero in alcune di queste terre, o non si sarebbero moltiplicati così tanto. Credo che, pur con tutti i nostri limiti, siamo riusciti a rispettare la loro cultura. Per questo sono profondamente commosso dalla gratitudine che ci dimostrano”.
Euclides Brites
Fonte: Ispettoria BCG