Vaticano – Il Papa: il dolore dei migranti grida al cospetto di Dio che conosce i loro volti

20 Ottobre 2023
Foto ©: Vatican Media

(ANS – Città del Vaticano) – Nella serata di giovedì 19 ottobre 2023, al termine dei lavori della 13a Congregazione Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità, ha avuto luogo in Piazza San Pietro, presso la scultura Angel Unawares, uno speciale momento di preghiera. Presieduto da Papa Francesco, alla presenza dei vari partecipanti al Sinodo, è stato dedicato a coloro che hanno perso la vita lungo le diverse rotte migratorie, ai loro familiari, a quanti sono sopravvissuti e a tutti i profughi e ai migranti che sono ancora in cammino. “È necessario moltiplicare gli sforzi per combattere le reti criminali, indicare strade più sicure e impegnarsi ad ampliare i canali migratori regolari” ha affermato il Santo Padre.

Si rendano sicure le strade percorse dai migranti, perché non cadano nelle mani delle reti criminali che su di loro speculano, e ci si impegni ad ampliare i canali migratori regolari. È questo che il Papa chiede, parlando con alle spalle Angel Unawares, la scultura che li raffigura quei migranti e rifugiati, quegli “uomini e donne di ogni età e provenienza, in mezzo a loro gli Angeli che li conducono”, che perdono la vita lungo le rotte migratorie, o che sopravvivono senza che vengano loro riconosciuti dignità e diritti.

Partendo dalla parabola del buon samaritano, il Papa si sofferma sui pericoli delle nuove rotte migratorie “che attraversano deserti, foreste, fiumi e mari”.

“Quanti fratelli e sorelle oggi si ritrovano nella medesima condizione del viandante della parabola? Tanti! Quanti vengono derubati, spogliati e percossi lungo la strada? Partono ingannati da trafficanti senza scrupoli. Vengono poi venduti come merce di scambio. Vengono sequestrati, imprigionati, sfruttati e resi schiavi. Vengono umiliati, torturati e violentati. E tanti, tanti muoiono senza arrivare mai alla meta. Le rotte migratorie del nostro tempo sono popolate da uomini e donne feriti e lasciati mezzi morti, da fratelli e sorelle il cui dolore grida al cospetto di Dio. Spesso sono persone che scappano dalla guerra e dal terrorismo, come vediamo purtroppo in questi giorni” ha detto il Santo Padre.

Oggi come ai tempi del buon samaritano, “c’è chi vede e passa oltre, sicuramente dandosi una buona giustificazione, in realtà per egoismo, indifferenza, paura, questa è la verità” ha aggiunto poi.

Prosegue ancora Papa Francesco: “Invece, cosa dice il Vangelo di quel samaritano? Dice che vide quell’uomo ferito e ne ebbe compassione (v. 33). Questa è la chiave. E la compassione è l’impronta di Dio nel nostro cuore. Lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza: questo è lo stile di Dio (…) Come il buon samaritano, siamo chiamati a farci prossimi di tutti i viandanti di oggi, per salvare le loro vite, curare le loro ferite, lenire il loro dolore. Per molti, purtroppo, è troppo tardi e non ci resta che piangere sulle loro tombe, se ne hanno una, o il Mediterraneo è finito per essere la tomba. Ma il Signore conosce il volto di ciascuno, e non lo dimentica.”

Il buon samaritano, soccorrendo il povero viandante, adempie ai quattro verbi “che riassumono” l’azione con i migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare: “i migranti vanno accolti, protetti, promossi e integrati”. E così come le migrazioni oggi presentano criticità, possono però rappresentare anche opportunità per società “più inclusive, più belle, più pacifiche”.

“Dobbiamo tutti impegnarci a rendere più sicura la strada, affinché i viandanti di oggi non cadano vittime dei briganti – ha esortato, poi, Francesco –. È necessario moltiplicare gli sforzi per combattere le reti criminali, che speculano sui sogni dei migranti. Ma è altrettanto necessario indicare strade più sicure. Per questo, bisogna impegnarsi ad ampliare i canali migratori regolari”.

Le politiche demografiche ed economiche devono dialogare con quelle migratorie, mettendo sempre al centro i più vulnerabili. Va poi promosso “un approccio comune e corresponsabile al governo dei flussi migratori, che sembrano destinati ad aumentare nei prossimi anni”.

Il Papa conclude chiedendo di essere prossimi a migranti e rifugiati che bussano alle porte e invitando ad un minuto di silenzio per ricordare chi ha perso la vita lungo le diverse rotte migratorie.

Francesca Sabatinelli

Fonte: Vatican News

InfoANS

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