Alla comunicazione relativa ai processi migratori e al come costruire il futuro stesso dei media con i migranti e rifugiati è dedicato anche il terzo articolo della serie ideata e realizzata da don Maciej Makuła, SDB, membro del Settore Comunicazione Sociale.
Nel contributo di aprile, proprio partendo dalla tragedia di Cutro e proseguendo con un’analisi del documento del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale dal titolo “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”, l’autore riflette sul ruolo dei media nella narrazione delle migrazioni.
“I media – sottolinea don Makuła – possono diventare sempre di più una piattaforma per l'espressione di sé, oltre che per dare forma a un'immagine positiva dei migranti e dei rifugiati che contrasti gli stereotipi, la discriminazione e le violazioni dei diritti umani”.
Il tema dei migranti e dei rifugiati, oggi più che mai, è un tema di grande attualità e riguarda da vicino i Salesiani e l’intera Famiglia Salesiana, che in molte parti del mondo sono impegnati nell’assistenza e nell’accoglienza di chi, per sfuggire da guerre, difficoltà e sofferenze, è costretto a lasciare il proprio Paese di origine.
“In molte parti del mondo – prosegue l’autore – la Famiglia Salesiana assiste le persone che hanno lasciato il luogo in cui sono nate e cresciute e si sono trasferite in un'altra parte del continente o del mondo per cercare pace, libertà, giustizia e un sostentamento dignitoso. Seguendo l'insegnamento sociale, bisogna riconoscere che la Chiesa vede negli occhi e nei volti dei migranti e dei rifugiati il volto di Cristo sofferente. Di fronte ai processi storici che interessano l'intero pianeta, costruire il futuro della Chiesa significa anche apprezzare il contributo che i migranti e i rifugiati possono dare alla costruzione di un mondo migliore. Questo deve essere inteso anche come un processo di costruzione di messaggi mediatici e di strategie di comunicazione su questo tema doloroso”.
Il testo completo dell’articolo è scaricabile qui a fondo pagina, in italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e polacco.