“Nessuna delle due opere mirava ad essere migliore dell’altra, ma semplicemente le canzoni si completano a vicenda, esprimendo questo doppio volto della spiritualità salesiana, che il sig. Zatti seppe incarnare fino ai livelli della santità” spiega il sig. Crescia, autore del testo.
Il testo di questa nuova produzione cerca di riflettere l’identità del nuovo santo salesiano, evidenziando i tratti oratoriani che hanno preso vita nell’ospedale di Viedma: le barelle erano il suo cortile, il sorriso valeva come una “buonanotte”. La vita quotidiana, i poveri e la santità quotidiana – tutti aspetti che Don Bosco stesso visse a Valdocco – trovano spazio nel brano in questione.
Ancora, lungo le note della canzone vengono sottolineati altri elementi centrali della vita cristiana e della vita di Zatti: le contrarietà e le avversità; e la Croce, “simbolo cristiano per eccellenza, che sa contenere la Morte e la Vita, poiché è lì che Cristo le ha sperimentate entrambe – prosegue ancora il sig. Crescia –. Grazie a questo, tutto ha senso nella vita cristiana e nel discepolato del Maestro, che nella storia di Don Bosco ha un singolare parallelo nel noto sogno delle rose con le spine, in cui chi gli era vicino vedeva Don Bosco camminare sulle rose, ma nessuno si accorgeva delle ferite causate dalle spine. Questo legame tra la Rosa e la Spina, tra la Vita e la Morte, il sig. Zatti lo ha vissuto nelle sue carni, attraverso le numerose difficoltà che incontrò nell’amministrazione dell’ospedale: ha sperimentato il Crocifisso, e l’Amore ha saputo redimerlo”.
Mentre quanto al ritornello cantato dal coro, esso esprime il ruolo di Zatti come rimedio di Cristo, cioè come parte del progetto di Cristo di guarire l’Uomo.
Parlando di questo secondo lavoro dedicato a Zatti e della sinergia ormai sviluppata con il salesiano coadiutore di ARN, Isaac Aguilera Rebolledo, il sig. Crescia, condivide, infine: “Il lavoro di composizione è più che soddisfacente. Con Isaac ci completiamo a vicenda in modo straordinario. Di solito iniziamo il lavoro con uno scritto che condivido con lui, che legge e rilegge per trovare la giusta melodia per ciò che lo scritto esprime. Allo stesso tempo, ci accompagniamo l’un l’altro nel processo creativo: Isaac commenta la scrittura e io la musica”.