Dato che non aveva scelta e che era scoraggiato per non avere notizie della sua famiglia, si adattò gradualmente alla vita di strada e imparò l’arte di cavarsela: per sopravvivere trasportava rifiuti domestici e cercava anche nelle strade e nei canali pezzi di ferro da vendere ai commercianti di metalli. Un giorno un amico gli disse che al Centro Don Bosco accoglievano ragazzi di strada. Lo accompagnò là e Daniel venne accettato. Quell’amico gli cambiò la vita.
Da bambino Daniel era arrivato fino in IV elementare, poi aveva lasciato la scuola per 7 o 8 anni. Al Centro Don Bosco Daniel è stato inserito in un ciclo di alfabetizzazione e recupero scolastico, prima informale, da aprile a giugno 2019, poi - dopo i mesi di luglio e agosto in cui Daniel ha partecipato alla colonia delle vacanze organizzata dal Centro - in modo più strutturato nei mesi di settembre e ottobre. Nel novembre 2019, ha iniziato la Formazione Professionale di falegnameria che ha proseguito fino all’inizio di marzo 2020.
Al Centro Don Bosco, Daniel si è adattato bene e ha mostrato il suo desiderio di lasciare la strada. In una conversazione con Bienvenu Karume, l’assistente sociale del Centro, ha parlato dei suoi genitori e ha dato indicazioni abbastanza precise su dove viveva la sua famiglia a Goma. Seguendo queste informazioni, Bienvenu è andato a Goma e ha trovato persone che avevano conosciuto i genitori di Daniel: gli hanno parlato della chiesa protestante dove il padre di Daniel era pastore, e lì gli hanno dato il numero di telefono del papà, che nel frattempo era emigrato con la famiglia in Kenya, a Nairobi.
Il papà non aveva avuto più notizie di suo figlio da tanti anni e pensava che fosse morto. Appena ha saputo che era vivo, ha chiesto a Daniel di ritornare in famiglia. Anche il ragazzo voleva ritrovare suo padre. Bienvenu ha svolto tutte le pratiche legali e amministrative per ottenere i documenti necessari per l’emigrazione del ragazzo.
Prima di lasciare Bukavu, Daniel ha detto una parola d’addio ai suoi amici e al Direttore del Centro Don Bosco, don Piero Gavioli; tutti gli hanno augurato buon viaggio e tanta fortuna nella vita, con la speranza di incontrarsi di nuovo, magari, un giorno.
Il 6 marzo 2020, Bienvenu ha accompagnato Daniel a Nairobi per la riunificazione in famiglia. Il lungo viaggio in autobus, attraversando Kigali (Rwanda) e Kampala (Uganda), è durato quasi tre giorni senza altre difficoltà maggiori. Il ragazzo è stato accolto calorosamente dai suoi genitori e dai suoi fratelli e sorelle, che avevano la gioia di ritrovare un figlio o un fratello perduto da 7 anni. Il padre ha spiegato che, mentre migliaia di persone fuggivano dalle aggressione degli uomini armati, non era stato in grado di badare ai suoi figli.
A Nairobi, Daniel e Bienvenu sono stati accolti dai salesiani che dirigono vari centri di educazione e di Formazione Professionale per ragazzi. Il Direttore del “Don Bosco Boys’ Town” ha accettato di dare un posto a Daniel nella sua scuola perché possa continuare la formazione in falegnameria, fino al completamento del programma previsto da questa scuola.
La riunificazione di Daniel è stata facilitata innanzitutto da lui stesso, perché si è inserito e stabilizzato nel programma dei salesiani di Bukavu e ha mostrato il desiderio di ritrovare la sua famiglia; poi dai salesiani, che, grazie alla loro rete internazionale di opere per ragazzi vulnerabili, sono stati disponibili ad accogliere e rispondere alle esigenze dei giovani; infine, da tutti i benefattori che aiutano il Centro Don Bosco a Bukavu, che hanno contribuito a coprire il costo, piuttosto elevato, del viaggio, e che incoraggiano così i salesiani e loro assistenti a continuare il loro lavoro di mediazione familiare.
Daniel fa parte di un primo gruppo di 20 ragazzi accolti nell’internato salesiano nell’ambito di un progetto sviluppato dal Centro Don Bosco di Bukavu con il sostegno dell’ONG “Louvain Coopération”. Tale progetto, avviato il 4 aprile 2019, ha durata triennale e prevede l’accoglienza e la riunificazione famigliare di 20 ragazzi in situazione di strada ogni anno, per un totale di 60 giovani beneficiari in totale.
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