L’area più colpita del Paese è quella della costa meridionale e le località più gravemente danneggiate sono quelle di Ponce (dov’è stata danneggiata la cattedrale), Peñuelas, Guayanilla (dov’è crollata la parrocchia dell’Immacolata Concezione), Yuaco e Guánica.
Attualmente non si hanno ancora notizie certe sulla condizione delle tre case salesiane presenti a Porto Rico – Aibonito, Orocovis e Santurce – che comunque si trovano al di fuori di questa zona, nella regione centro-orientale dell’isola.
Ieri oltre due terzi della popolazione di Porto Rico si trovava senza elettricità, poiché il terremoto ha causato gravi danni a una delle principali centrali elettriche di Porto Rico, la “Costa Sur”, che produce circa il 40% dell’energia elettrica; e attualmente manca anche l’acqua in diverse città.
Sono passati poco più di 2 anni da quando l’isola venne flagellata dall’uragano Maria, e la popolazione era riuscita a ripristinare molte strutture danneggiate, ma il fenomeno dei terremoti non fa parte della cultura dei disastri locali e la gente non è preparata ad affrontarli e per questo da giorni molte persone dormono fuori casa, in automobile o per strada.
La Conferenza Episcopale Portoricana, guidata dal vescovo di Ponce, mons. Rubén Antonio González Medina, ha emanato ieri un comunicato nel quale, oltre ad incoraggiare e ad invitare alla calma la popolazione locale, esorta tutta la comunità cattolica ad aiutarsi vicendevolmente e ad andare incontro della popolazione più vulnerabile: bambini, anziani, malati… Inoltre, ha invitato anche i religiosi tutti ad organizzare veglie di preghiera e celebrazioni.
Secondo la testimonianza dei missionari e delle religiose riportate dall’Agenzia Fides, nella popolazione si registra comunque uno spirito positivo e una grande fede, nonostante non si riesca ancora ad individuare la fine di questo disastro naturale.