Nel 2014 la Procura di New Rochelle, grazie al sostegno dei suoi benefattori, ha iniziato a collaborare con l’“Istituto Don Bosco” al Cairo e finanziare borse di studio nell’ambito del "Progetto Aurora”, un programma di formazione professionale che assiste rifugiati ed Egiziani vulnerabili nell’acquisizione delle competenze per il lavoro e abilità comportamentali.
Una delle beneficiarie è risultata la 48enne Hwaida Eltegany Awaad, originaria del Sudan e madre di cinque figli la quale, grazie ai fondi ricevuti, ha creato un’impresa di cucito casalinga. Awaad ha studiato sartoria all’Istituto Don Bosco e ora prepara lenzuola, federe e fodere per i telecomandi. Proprio per l’inventiva e la capacità di raggiungere alcune famiglie benestanti della città, la piccola impresa sta procedendo molto bene ed ora Awaad conta di coinvolgere altre donne sudanesi come lei.
Altro esempio di successo è rappresentato dalla 35enne Aldardaa Makin, madre di due figli: oggi, con il sostegno ricevuto, realizza e vende borse e piccoli giocattoli, potendo così mantenere la famiglia.
“Il programma di formazione tecnica e gli aiuti alle iniziative imprenditoriali hanno permesso a numerosi partecipanti di migliorare le proprie competenze professionali e avviare con successo attività in proprio – ha manifestato con entusiasmo don Mark Hyde, Responsabile della Procura di New Rochelle –. Anche i servizi sociali aggiuntivi forniti durante questo progetto hanno fatto riscontrare un vero successo”.
In effetti, il Progetto Aurora offre ai suoi membri ulteriori lezioni per lo sviluppo delle abilità comportamentali e l’educazione alla prevenzione della violenza. Si contraddistinguono diversi tipi di voucher: per i trasporti pubblici, dando modo di frequentare i corsi presso l’Istituto Don Bosco; per acquistare generi alimentari e altri articoli da un negozio locale; per le visite mediche con un medico convenzionato, periodicamente presente presso la scuola salesiana; per l’acquisto di medicinali, quando necessario. In questo modo i beneficiari, che devono lavorare molto duramente per badare a sé stessi e alle loro famiglie, possono vedere tutelati anche i bisogni primari.
Compresi gli attuali partecipanti, il Progetto Aurora al Cairo ha migliorato sensibilmente la vita di oltre 1.300 persone, tra rifugiati originari dell’Africa Sub-sahariana e della Siria, ed Egiziani in situazione di rischio sociale.
Fonte: Salesian Missions