Un uomo ricco che aiutò Lazzaro
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07 Marzo 2017

Papa Francesco, nella sua lettera per la Quaresima di quest’anno, invita ad essere generosi con i bisognosi, sottolineando che questa generosità ci deve portare non a dare quello che avanza, ma a dare del nostro. A questo proposito l’esempio offerto da Chuck Feeney, un uomo di 85 anni che ha donato tutti i suoi beni in beneficenza, ben rappresenta la frase: “Non ha dato le briciole. Ha dato il pane intero”.

Chuck proveniva da una famiglia cattolica emigrata dall’Irlanda del Nord, che si stabilì in New Jersey, Stati Uniti. Sua madre era un’infermiera e suo padre lavorava in una compagnia di assicurazioni. Ebbe il suo primo lavoro a 10 anni, vendendo biglietti natalizi porta a porta.

Nella sua vita ha accumulato un’incredibile fortuna di circa 8 miliardi di dollari, essendo stato l’ideatore dei negozi “duty free” negli aeroporti. Il suo interesse verso i più bisognosi è stata una costante della sua vita, espresso attraverso opere filantropiche.

Dopo aver assicurato il futuro dei suoi figli, ha creato nel 1982 la Fondazione “Atlantic Philanthropies”. Con il suo denaro ha servito cause che vanno dalla sanità alle missioni di pace. Nel dicembre 2016 ha donato gli ultimi 7 milioni di dollari che aveva tenuto da parte. “Dice di star tranquillo con se stesso dopo aver dato tutti i suoi soldi”.

Attualmente vive con la moglie in un modesto appartamento, di cui non è nemmeno il proprietario. Il suo bene più prezioso è un orologio di plastica da 15 dollari, inseparabile dal suo braccialetto. Per viaggiare usa la metropolitana, poiché non possiede una auto.

Le cose importanti vanno oltre il denaro: consistono nella soddisfazione che si ha realizzando qualcosa di utile per le persone. “Non è mai stato doloroso liberarmi del denaro, perché non mi sono mai sentito attaccato alla ricchezza materiale. Amo vivere come faccio, sapendo che attraverso il lavoro della fondazione abbiamo fatto un gran bene a delle brave persone che lo attendevano. E vedere la felicità di quelle persone era una specie di ricompensa”. Parole di Chuck Feeney.

Questa è una testimonianza degna di essere diffusa, perché mentre la società e i media insistono nel presentare la ricchezza come obiettivo e fonte di felicità e successo personale, quest’uomo ha deciso di scegliere di andare contro corrente e dare tutto ciò che possiede per fare del bene, aiutando le persone ad essere più felici.

Chuck Feeney è lontano dalla figura del ricco accecato, insensibile alle sofferenze di suo fratello Lazzaro, e alla fine, contento di una vita mediocre ed egoista. “La ricchezza di quest’uomo è eccessiva, anche perché esibita ogni giorno, in modo abitudinario: «Ogni giorno si dava a lauti banchetti» (v. 19). In lui si intravede drammaticamente la corruzione del peccato, che si realizza in tre momenti successivi: l'amore per il denaro, la vanità e la superbia”. (Messaggio per la Quaresima 2017)

Questa testimonianza richiama la coscienza di ogni cristiano a pensare dove è la vera ricchezza e dov’è che esattamente ha il cuore, quando si tratta condividere con chi non ha. Diamo davvero o diamo solo ciò che ci avanza?

Don Bosco prima di morire chiese a Don Rua di prendere dalle sue tasche le poche monete che aveva ed espresse così il suo distacco dal denaro: “guarda nelle tasche della mia veste. Prendi il portafoglio per vedere se c’è qualche denaro. Credo che non vi sia nulla, ma se ce ne fosse, dallo immediatamente all’Economo. Voglio che si sappia che Don Bosco è nato povero ed è morto senza un soldo”.

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