Haiti – Ricordo di don Attilio Stra, SDB, e del suo impegno a servire i giovani a rischio

16 Gennaio 2025

(ANS – Cap- Haïtien) – Dopo una vita spesa per i giovani più bisognosi, lo scorso 30 dicembre 2024, si è spento ad Haiti, e precisamente a Cap-Haïtien, don Attilio Stra, missionario salesiano, esempio di impegno e dedizione alla causa di Don Bosco. Sabato scorso, 11 gennaio, il Superiore della Visitatoria “Beato Filippo Rinaldi” di Haiti (HAI), don Morachel Bonhomme, ha presieduto la Messa funebre per don Stra, e ne ha ricordato la luminosa figura.

Nato il 13 maggio 1936 a Cherasco, in provincia di Cuneo, nello stesso Piemonte di Don Bosco, don Stra era entrato nel 1952 nel noviziato di Chieri, e lì aveva emesso la prima professione il 16 agosto del 1953, ma come tanti grandi salesiani di quell’epoca, i voti perpetui li emise già in missione, nel suo caso in Vietnam, a Tram Hanh, il 24 luglio 1959, tornando in patria poi solo per l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 25 marzo 1963 a Torino.

La sua vocazione missionaria si concretizzò infatti per lui tra due Paesi e due continenti, il Vietnam e Haiti, il Sud Est Asiatico e il cuore povero dell’America: fu ai giovani emarginati e a rischio di queste realtà che don Stra dedicò i suoi 88 anni di vita, e per questo la notizia della sua morte è stata accolta con profondo cordoglio anche in Vietnam, nonostante don Stra smise di operare in quel Paese cinquant’anni fa. Egli, tuttavia, fu tra coloro che gettarono le basi della missione salesiana in quel Paese e tra le sue opere più significative vi è la fondazione dell’Istituto “Don Rua” a Dalat. Amato da tutti come un buon padre, don Stra era noto per il suo profondo attaccamento alla gioventù e alla gente vietnamita, tanto che nei suoi anni ad Haiti affermava: “Non voglio ricordare il Vietnam, voglio dimenticare il Vietnam” perché ogni volta che ricordava, il suo cuore soffriva.

Riuscì però a superare questo distacco, e dopo aver lasciato il Vietnam, dedicò la sua vita missionaria ai bambini poveri di Haiti, dove ha lavorato con dedizione per quasi 50 anni. Qui ha servito come Direttore, e Vicario in diverse comunità, ed è stato anche Consigliere delle Visitatoria per un breve periodo. Il suo servizio ha contribuito in modo determinante alla missione salesiana a favore dei bambini poveri e tra i risultati più tangibili del suo operato che gli sono sopravvissuti c’è l’opera salesiana per i bambini e i giovani in difficoltà “Lakay”, un progetto nato nel 1988 e che comprende diverse strutture a Port-au-Prince e a Cap-Haïtien.

Ricordato come un uomo di grande disciplina, resilienza e fede, don Stra ha affrontato con coraggio le difficoltà della vita missionaria, comprese diverse malattie e incidenti – sopravvisse al crollo dell’opera di ENAM (Scuola Nazionale di Arti e Mestieri, in francese), avvenuto durante il terribile terremoto del 12 gennaio 2010.

“Don Attilio Stra era un’anima eucaristica. Faceva dell’Eucaristia il suo vero nutrimento. Era una persona molto ordinata, molto disciplinata, molto responsabile; un uomo di apertura e di principi – ha detto di lui don Bonhomme nella Messa dell’11 gennaio – A dire il vero, Padre Stra era un grande combattente, molto resiliente. (...) Poiché il suo obiettivo era chiaro: ‘cambiare la vita di molti bambini non amati nel Paese’ facendosi eucaristia per loro”.

Fino all’ultimo respiro ha incarnato lo spirito di Don Bosco, nutrendo i più piccoli non solo con il cibo materiale, ma anche con educazione, amore, testimonianza e speranza. Per questo nel concludere l’Eucaristia funebre, don Morachel ha citato il passo del Vangelo in cui Gesù afferma “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli” (Lc 12,37); e ha concluso: “Questa frase corrisponde bene al nostro fratello, che si preoccupava di fare un buon lavoro in tutto, soprattutto per i più svantaggiati”.

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