Austria – Siria: “La voglia di sopravvivere è più forte della guerra”

(ANS – Vienna) – La voglia di sopravvivere della popolazione in Siria è più forte della guerra. L’ha sottolineato il salesiano siriano don Dani Gaurie, mercoledì 30 novembre, presso il “Salesianum” di Vienna, mentre, in cooperazione con i responsabili dell’iniziativa “Don Bosco per i profughi”, presentava l’attuale situazione in Siria. I Salesiani sono attivi nel paese proprio come prima: 4 animano il centro giovanile di Damasco; 3 guidano l’oratorio ad Aleppo-Ovest. Tutte le attività sono possibili soltanto in queste zone, controllate dal governo.

di Sophie Lauringer

A Damasco i Salesiani seguono circa 1.250 bambini e ragazzi, ad Aleppo circa 900. Cercano di offrire diverse attività per il tempo libero e il catechismo. In contemporanea con la Giornata Mondiale della Gioventù svolta a Cracovia, la scorsa estate si è tenuto un appuntamento analogo anche ad Aleppo, con 1.200 giovani di tutte le confessioni cristiane. “Nonostante la sofferenza possiamo esperimentare tanto di bello e soprattutto che Dio c’è” dice don Gaurie.

Ai giovani i Salesiani cercano di trasmettere soprattutto due elementi: “la speranza e la riconciliazione”. Senza di essi non ci sarà futuro in Siria.

Racconta don Gaurie che lo scoppio di granate sia abituale anche nelle zone più calme di Damasco e Aleppo. L’opera dei Salesiani dista solo 2-3 km dalla frontiera. “Certo che i genitori hanno paura, quando mandano i bambini da noi!” continua. È pericoloso dappertutto, ma “in qualche modo bisogna pur continuare”. Tempo fa, mentre aspettava l’autobus per arrivare al centro salesiano, un bambino è morto, ucciso da una scheggia di granata.

Dove non si combatte direttamente, la gente cerca di vivere una vita il più normale possibile, spiega il Salesiano. Però spesso senza acqua potabile sufficiente, alimenti o medicine. I bambini più o meno si sono abituati alla guerra, agli aerei da combattimento, alle bombe.

A Damasco ci sono 35 volontari che sostengano regolarmente il lavoro dei Salesiani. Durante le attività estive sono anche oltre 100. “Sono molto importanti, senza di loro faremmo molto meno” dice don Gaurie.

Il governo, spiega, non impedisce il lavoro dei Salesiani “perché non facciamo attività politiche”. Però nemmeno dà il minimo sostengo finanziario.

Ma loro non hanno mai pensato di rinunciare al loro lavoro lì. “L’Ispettore ci chiese se volevamo lasciare il paese – racconta don Gaurie –. Ma la nostra risposta è stata chiara: non abbandoniamo la gente della Siria”. 

InfoANS

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