Nel pomeriggio di domenica 10 marzo il Rettor Maggiore ha avuto un incontro di dialogo fraterno con Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice di varie presenze nei pressi di Meruri: essi hanno ascoltato con attenzione le parole del Cardinale, ed egli, a sua volta, ha ascoltato le storie, i racconti e le condivisioni di ciascuno dei presenti.
Poi è stata la volta dei leader indigeni Boe-Bororo ad incontrare il Rettor Maggiore, accompagnato nella circostanza dall’Ispettore di Brasile Campo Grande, don Ricardo Carlos, e dal direttore della presenza salesiana a Meruri, don Angelo César Cenerino. Gli anziani indigeni hanno parlato della situazione della comunità, dei loro sogni e delle loro speranze e hanno ascoltato le parole di saggezza del Cardinale, che si è posto come padre e amico dei Boe-Bororo.
Alla fine della giornata, salesiani e indigeni si sono riuniti intorno alla “Croce dei Martiri” nel cortile della presenza salesiana per recitare insieme il Rosario. Dopo la preghiera, il Rettor Maggiore ha dato la tradizionale “buonanotte” salesiana ai presenti, nella quale ha sottolineato l’importanza degli incontri svolti durante la giornata e ha parlato della sacralità del luogo in cui si trovavano, sia perché era il luogo del sacrificio di don Rodolfo Lunkenbein e Simão Bororo, sia perché era la chiesa domestica della comunità, un luogo in cui Dio si manifesta realmente con le sue benedizioni.
Al mattino di lunedì 11 marzo, poi, il Cardinale ha visitato la regione dei “Tachos”, là dove arrivarono i primi missionari salesiani a Meruri. Non è stato possibile raggiungere il luogo preciso dove sono sepolti quattro missionari salesiani, a causa delle condizioni delle strade dopo le forti piogge cadute nella regione domenica. Ma nel punto più avanzato cui è stato possibile arrivare, il Cardinale, accompagnato dall’Ispettore di BCG e dal Vescovo di Barra do Garças, Mons. Paulo Renato Fernandes Gonçalves de Campos, ha ascoltato il racconto dei primi missionari riportato nelle lettere storiche che, per l’occasione, sono state proclamate da don João Bosco Monteiro Maciel.
Quindi il Rettor Maggiore ha rivolto la “benedizione di Maria Ausiliatrice” ai presenti e al luogo, e ha poi visitato il cimitero dove sono sepolti i Servi di Dio.
La sua tappa a Meruri si è poi conclusa con la Messa animata dai giovani indigeni vestiti con i loro costumi festosi e dipinti, e segnata da un forte simbolismo culturale. Nell’omelia, il X Successore di Don Bosco ha sottolineato la fede dimostrata dal funzionario del re, citato nel Vangelo del giorno, che chiede la guarigione del figlio, e l’ha paragonata alla fede dimostrata dal popolo Boe-Boro nell’esercizio della propria cultura e delle proprie tradizioni.
Al termine della celebrazione, l’Ispettore ha rivolto alcune parole di ringraziamento al Rettor Maggiore, sottolineando l’affetto che ha dimostrato in questi anni per l’Ispettoria di Campo Grande, in particolare per le popolazioni indigene con cui i salesiani lavorano, e ha detto: “Questo affetto e questa attenzione continueranno sicuramente anche quando Don Ángel passerà ad un altro servizio nella Chiesa”.
Infine, dopo la Messa, un gruppo di giovani Boe-Bororo ha eseguito una serie di danze tipiche, rituali e ricreative in onore dei visitatori, mentre il Rettor Maggiore è stato omaggiato con la pittura facciale riservata alle autorità e si è reso disponibile a chiunque gli chiedesse foto o benedizioni.
Nel prosieguo della giornata, il Rettor Maggiore si è trasferito presso la comunità missionaria salesiana di São Marcos, dove risiedono gli indigeni Xavante. L’accoglienza al Rettor Maggiore è stata sin da subito calorosa, soprattutto da parte dei bambini, che hanno gridato “Don Bosco aima’rowena!”, che significa “Benvenuto, Don Bosco!”.
Le parole ufficiali di benvenuto sono state pronunciate dal parroco salesiano della comunità, don Alfred Haidler, che ha ringraziato il X Successore di Don Bosco per la sua visita, ha ricordato che il popolo Xavante fa parte del sogno di Don Bosco delle missioni in Sud America e ha citato alcuni punti della Strenna 2024.
Poi, subito dopo il benvenuto ufficiale, i bambini Xavante, vestiti a festa, sono corsi dai leader religiosi per chiedere loro la benedizione. “È l’esperienza di chi sente che la Chiesa non è qualcosa di distante, di lontano, che si vive solo quando si partecipa a una celebrazione, ma che fa parte della vita di tutti i giorni: e il rispetto, il modo di arrivare, la richiesta di una benedizione, tutto questo fa parte di una cultura che entra nell’evangelizzazione, e di un’evangelizzazione che entra nella cultura. È un popolo che non ha abbandonato i suoi segni, le sue caratteristiche, ma che ha accolto il Vangelo e lo rispetta” ha commentato in tal senso il Vescovo di Barra do Garças.
In serata, il Rettor Maggiore ha trovato ancora il tempo per recitare il Rosario con gli indigeni presso il villaggio di São Marcos, davanti alla statua di Maria Ausiliatrice illuminata, con le meditazioni e i canti un omaggio alla Madonna offerti ad ogni mistero da un gruppo diverso.
Al termine della preghiera, il Cardinale Fernández Artime ha ascoltato le parole di riconoscenza per il lavoro dei salesiani pronunciate dagli anziani Xavante, ha ricevuto i loro doni e benedetto tutti i presenti per l’intercessione di Maria Ausiliatrice.
Euclides Fernandes
Fonte: Ispettoria BCG
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