L’evento è iniziato con un appello ispiratore ai partecipanti affinché sappiano imitare Don Bosco come comunicatore, e un breve momento di preghiera. Successivamente il relatore, Nicolas Mirabet, ha fornito un’esplorazione completa degli aspetti storici ed ecclesiastici della comunicazione: dalla Storia Sacra della Chiesa a quella Congregazione salesiana, il discorso di Mirabet ha attraversato le diverse tappe significative del cristianesimo e della comunicazione, e ha rintracciato anche nelle Scritture il legame tra questi due mondi – con la presentazione di Gesù come naturale comunicatore (cfr. Lc 6,12-23) e di San Paolo come esperto di pubblicità (At 17,18-34).
Il percorso della comunicazione all’interno della Chiesa è stato tracciato dall’inaugurazione della Radio Vaticana nel 1931 da parte di Papa Pio XI fino all’uso innovativo di Twitter da parte di Papa Benedetto XVI nel 2012. È stata esplorata anche la storia della comunicazione della Congregazione salesiana, che risale alla creazione del Bollettino Salesiano da parte di Don Bosco, nel 1877, e che si protrae poi fino al XXI secolo, con lo sviluppo del Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale.
Il signor Mirabet ha poi sottolineato i tre pilastri della comunicazione autentica: persone, contesto e mediazioni. La comunicazione autentica, ha affermato, richiede attenzione reciproca e dialogo, e forma un modello circolare e dialogico.
La discussione è proseguita affermando l’importanza di pianificare le attività per essere realmente influenti, sottolineando la necessità di messaggi precisi e mirati a un pubblico definito. Così è stato presentato un processo di pianificazione in cinque fasi: la definizione degli obiettivi, l’identificazione dei destinatari, la creazione dei messaggi, la determinazione dei canali di comunicazione e la programmazione della diffusione.
L’oratore ha sottolineato anche l’importanza di creare un’identità comunicativa coerente, basata su un approccio incentrato sui diritti e che sappia evitare stereotipi, pregiudizi e linguaggio offensivo. L’invito è stato quello di responsabilizzare gli individui, promuovere le pari opportunità e sfidare le stigmatizzazioni dei settori vulnerabili della popolazione.
La sessione ha sottolineato anche l’importanza di mostrare attivamente e consapevolmente i valori, i risultati e l’impatto delle opere sociali. La condivisione di storie di successo, il superamento delle sfide e l’evidenziazione degli impatti positivi contribuiscono a dare una maggiore influenza salesiana sulla società.
Per questo, riconoscendo il proprio ruolo in una rete più ampia, i partecipanti sono stati esortati a programmare il loro lavoro e ad impegnarsi in ogni azione, comprendendo che la forza collettiva nasce dai contributi individuali. In tal senso, strumenti salesiani come il Bollettino Salesiano e la stessa RASS sono stati individuati come risorse essenziali.
Il discorso si è concluso sottolineando l’importanza di abbracciare la tecnologia per connettere le persone, condividere le conoscenze, prendere decisioni informate e costruire relazioni all’interno di comunità di interessi condivisi. E la relazione si è conclusa introducendo i dibattiti successivi in materia integrazione dell’intelligenza artificiale nella comunicazione sociale.
In sostanza, l’incontro formativo non solo ha fatto luce sui fondamenti storici, ecclesiastici e salesiani della comunicazione, ma ha anche fornito preziosi spunti per promuovere una comunicazione inclusiva e d’impatto nell’era digitale. La Famiglia Salesiana continua ad evolversi, così come il suo impegno ad essere un faro di comunicazione efficace ed etica al servizio del carisma e della missione di Don Bosco.