Il documentario racconta della vita di molti bambini di Santo Domingo costretti a lavorare in strada ogni giorno per contribuire al sostentamento familiare. Ad oggi sono 340.000 i bambini della Repubblica Dominicana che sono costretti a lavorare, vittime di una cultura che normalizza questa pratica e non la considera lesiva dei diritti del bambino.
Dopo la proiezione si è tenuta una tavola rotonda con alcuni dei protagonisti del documentario. Don Juan Linares, il missionario salesiano che ha dato vita all’opera “Canillitas con Don Bosco” ha raccontato la sua esperienza a Santo Domingo, iniziata 38 anni fa, e ha parlato del grande lavoro di sensibilizzazione svolto negli anni con le istituzioni e le famiglie perché riconoscessero il lavoro minorile come una piaga della società.
“Quando ho iniziato i minori che lavoravano, qui nella Repubblica Dominicana, erano oltre 500.000– ha dichiarato il missionario –. Oggi siamo scesi a 340.000. I numeri sono impressionanti. Abbiamo fatto molto, questo è vero, ma il numero dei ragazzi che ancora non frequentano la scuola ma lavorano è sempre troppo alto. Ogni giorno scendiamo per le strade della città per avvicinare questi ragazzi e presentare loro un’opportunità: quella di cambiare il presente per costruirsi un futuro”.
Toccante è stata la testimonianza diretta del giovane Moisés, che con la semplicità delle sue parole ha detto: “Ho lavorato per le strade di Santo Domingo come lustrascarpe da quando avevo 9 anni, ora ne ho 14. Tutti i giorni portavo la mia cassetta con il materiale necessario al lavoro, su e giù per le vie più frequentate della città così che potessi lavorare e guadagnare un po’ di più. Ora vado a scuola, frequento la quinta classe, ho imparato a leggere e a scrivere e sogno di fare l’artista o l’avvocato. Ma quello che desidero più di ogni altra cosa è che altri bambini come me, altri Canillitas abbiano le mie stesse possibilità, desidero che non siano più costretti a lavorare ma possano andare a scuola proprio come sto facendo io ora”.
“Canillitas con Don Bosco” è il nome del progetto salesiano che aiuta tanti minori impegnati a svolgere lavoretti informali (giovani detti, appunto, canillitas) a “sognare senza catene”, come è infatti il nome della campagna a loro dedicata da parte di “Misiones Salesianas”. Grazie alle attività di questo progetto migliaia di minori possono finalmente essere liberi di scegliere chi diventare, perché proprio come ha detto il Papa rivolgendosi ai giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona: “Abbiate perciò il coraggio di sostituire le paure coi sogni. Sostituite le paure coi sogni: non siate amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!”.
Con il progetto “Canillitas con Don Bosco” i salesiani si impegnano a far sì che anche ai minori più svantaggiati di Santo Domingo sia spianata la strada per sognare senza paura.
Tra gli ospiti presenti in sala durante la proiezione vanno menzionati anche l’Ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede che ha ringraziato i salesiani per l’importante lavoro che svolgono nel Paese, l’Ambasciatore del Belgio, molto colpito dal racconto e dal documentario, e don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana.