Vaticano – Il Papa in Mongolia, viaggio tra steppe e ger per abbracciare il “piccolo gregge” cattolico

31 Agosto 2023
Foto: © Vatican News

(ANS – Città del Vaticano) – Il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha presentato il 43° viaggio apostolico di Papa Francesco, che si tiene in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre. Primo Papa in questa cerniera tra Russia e Cina, incontrerà i rappresentanti delle istituzioni e della Chiesa che vive oggi le sue origini, dopo essere “rinata” nel ‘92. Centrale sarà la Messa nella Steppe Arena, alla quale parteciperanno i 1.500 fedeli locali, più un migliaio da Paesi vicini, come pure l’evento interreligioso.

Un viaggio tra le grandi steppe e le piccole ger, le tipiche tende con le colonne di legno e le pareti in feltro, simbolo della vita nomade della popolazione. Popolazione “appassionata”, “pacifica”, con “una vocazione al multilateralismo” e alla cura dell’ambiente dopo il pericoloso smottamento minerario del suolo. Una popolazione della quale lo 0,02% si professa cattolica, appartenente ad un “piccolo gregge” rinato dopo il crollo del comunismo nel 1992. Così Bruni ha tratteggiato il pellegrinaggio di Francesco in Mongolia, con un’unica tappa nella capitale Ulan Bator.

Si tratta del 43° viaggio apostolico del Pontefice argentino, il 61° del pontificato, il primo di un Papa in questa cerniera asiatica stretta tra Russia e Cina, Paese quest’ultimo che Jorge Mario Bergoglio attraverserà sul volo di andata e di ritorno e per il quale è previsto un telegramma al Presidente Xi Jinping.

La collocazione della Mongolia è quindi geopoliticamente simbolica in un momento storico segnato dalla guerra in Ucraina che avrà probabilmente dei riflessi anche nel discorso del 1° settembre del Papa alle autorità civili, uno dei cinque discorsi – tutti in italiano – che Francesco pronuncerà nei tre giorni di viaggio, caratterizzati dall’incontro con varie realtà istituzionali e sociali del Paese.

Cuore dell’intero viaggio sarà tuttavia l’incontro con la piccola comunità cattolica, circa 1500 fedeli: “Il Papa si reca in Mongolia per parlare principalmente a loro, rivolgerà parole di incoraggiamento e di speranza a questa bella realtà che offre un importante contributo nei campi del vivere umano”, ha detto Bruni, ricordando le radici di questa Chiesa che, di fatto, vive oggi le sue origini seppur si registrino contatti col mondo latino già nel 1200 e pure uno scambio epistolare tra il figlio di Gengis Khan e Papa Innocenzo IV.

Risale all’inizio del XIV secolo la nomina del primo vescovo, quando l’impero mongolo comprendeva una parte della Cina; poi, nei secoli la presenza dei cristiani nell’area si è quasi diradata, fino a sparire del tutto durante gli anni del regime comunista. È dal 1992 che la Chiesa è stata “riammessa” e “invitata a una presenza”, rinvigorita in questi ultimi trent’anni dall’opera grandiosa dei missionari, in primis i Missionari della Consolata, congregazione a cui appartiene il primo e unico cardinale della Mongolia, Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulan Bator, che ha ricevuto la porpora nel Concistoro dello scorso anno.

Considerato questo background storico, ma anche il presente di questa Chiesa piccola ma capillarmente attiva nel sociale – tanto che in questi mesi è allo studio un accordo tra Santa Sede e Mongolia sull’operato dei cristiani -, risulta centrale la Messa che il Papa celebrerà nel pomeriggio del 3 settembre nella Steppe Arena. Ai 1500 fedeli residenti in Mongolia, il 90% nella capitale, si aggiungeranno anche altri mille fedeli provenienti da diversi Paesi vicini. Tra questi: Russia, Cina, Thailandia, Kazakhstan, Kirghizistan, Azerbaigian, Vietnam.

Sempre domenica 3, il Papa presiederà un evento ecumenico e interreligioso nell’Hun Theatre: vi prenderanno parte rappresentanti di sciamanesimo, scintoismo, buddismo, islam, ebraismo, induismo e altre confessioni. Un segno della vocazione alla convivenza pacifica che, ha sottolineato Bruni, da decenni caratterizza il popolo mongolo.

Illustrando nel dettaglio il programma, sempre Bruni ha riferito che il Papa partirà il 31 agosto in aereo alle 18.30 da Fiumicino e atterrerà a Ulan Bator nell’aeroporto internazionale di Chinggis Khaan, accolto dalla ministra degli Esteri e da una giovane donna che gli offrirà una coppa di yogurt secco, dono tipico del Paese. Il primo giorno sarà dedicato agli appuntamenti istituzionali: la mattina con le autorità civili, tra cui il Presidente Ukhnaagiin Khürelsükh e il Primo Ministro; il pomeriggio con vescovi, sacerdoti, missionari consacrati.

Quest’ultimo appuntamento avverrà nella cattedrale, costruita nel XX secolo con una struttura che ricorda le ger, dove è presente una statua della Madonna trovata da una donna nella spazzatura anni fa, poi intronizzata e venerata come Madre del Cielo. Marengo l’anno scorso ha consacrato a Lei la Mongolia. La donna che ha ritrovato la statua accoglierà il Papa nella cattedrale, divisa in due piani, insieme ad una donna mongola che offrirà una brocca di latte avvolta in una sciarpa azzurra, altro dono tipico.

Oltre agli incontri già segnalati, durante i quali non mancheranno i giri del Papa in golf car, l’ultimo giorno Francesco benedirà e inaugurerà la Casa della Misericordia, complesso scolastico dismesso appartenente alle suore ora allestito per dare rifugio a poveri, senza dimora, migranti e vittime di violenza domestica. “È bello che il Papa concluderà il suo viaggio in questo luogo di amore”, ha osservato Matteo Bruni.

Salvatore Cernuzio

Fonte: Vatican News

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