La proposta formativa è stata progettata in collaborazione con il Centro di Formazione Permanente “The Institute of Salesian Studies at Don Bosco Hall”, con sede a Berkeley, negli Stati Uniti, e con le Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS) d’America, in particolare l’Università Cattolica “Silva Henríquez” del Cile, l’Università Salesiana dell’Argentina e l’Università Politecnica Salesiana dell’Ecuador. Nell’ambito della proposta formativa, sono stati proposti 4 moduli:
- La leadership salesiana per la trasformazione sociale
- Educazione e inclusione basate sui diritti umani
- Incidenza sulle politiche pubbliche per i bambini, gli adolescenti e i giovani
- La gestione partecipativa e la proiezione istituzionale
Per favorire la partecipazione e lo scambio di esperienze tra i partecipanti a ciascun corso, le sessioni didattiche nel periodo formativo si sono svolte nei giorni di venerdì, in due gruppi di 32 partecipanti ciascuno, con una durata di due ore per lezione. Circa 256 educatori e membri del settore gestionale e amministrativo delle 18 Ispettorie che compongono la rete hanno partecipato a questo processo di formazione, e di questi almeno il 75% ha superato con successo tutti i moduli proposti.
“Siamo entusiasti di aver sviluppato questa proposta formativa che è diventata un grande contributo al servizio di valorizzare il talento umano della Famiglia Salesiana che lavora nelle nostre opere e nei servizi sociali in America”, hanno affermato i responsabili della rete.
Lo scopo di questo percorso formativo è che ogni partecipante faccia tesoro di tutte le conoscenze impartite in ciascuno dei moduli e che utilizzi le risorse formative ospitate sul sito web dell’istituzione per avviare processi di replica e diffusione di quanto appreso in ciascuna delle proprie Ispettorie ed opere sociali.
“In questo modo, uniamo le nostre forze per continuare a realizzare il sogno di Don Bosco: ottenere una vera trasformazione sociale che porti allo sviluppo integrale di bambini, adolescenti e giovani ad alto rischio di esclusione sociale”, concludono dalla RASS.