Alla cerimonia di apertura hanno partecipato, in collegamento da Roma da remoto, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, e il Vicepostulatore della causa di don Bolla, don Jesús Jurado. A Lima, la cerimonia di apertura è stata presieduta dall’Arcivescovo e Primate del Perù, mons. Carlos Castillo Mattasoglio, e partecipata, tra le molte personalità, anche dal Consigliere Regionale per l’Interamerica, don Hugo Orozco, e dall’Ispettore del Perù, don Manuel Cayo.
La mostra è stata curata dal dott. David Franco Córdova, storico della Congregazione Salesiana del Perù, con l’assistenza di don Vicente Santilli, il principale ricercatore e divulgatore della vita, del lavoro e delle virtù di don Bolla. Essa durerà un mese e per tutto questo tempo verrà integrata nel tour del Museo del Palazzo Arcivescovile, situato nella “Plaza Mayor” di Lima.
Il dott. Carlos Castillo, Amministratore Generale della Cattedrale, ha poi affermato che questa mostra, la prima esposizione temporanea accolta nel museo, aggiunge valore alle altre collezioni artistiche ospitate nell’Arcivescovado.
Certamente la presenza, pur digitale, del Rettor Maggiore ha costituito uno degli elementi più significativi dell’evento inaugurale. Egli ha ringraziato per “questo gesto simbolico che ci avvicina ancora di più alla vita missionaria di don Bolla e alla sua testimonianza per i popoli Shuar e Achuar”. E ripercorrendo il percorso di vita del grande missionario salesiano, ha aggiunto: “Egli si presentava con la forza della debolezza del Vangelo; ha vissuto tra gli Shuar e gli Achuar come ospite; ha saputo raggiungere un meraviglioso equilibrio tra evangelizzazione e rispetto della cultura, dimostrando una pazienza evangelica che lo ha portato a cogliere i momenti opportuni per l’annuncio del Vangelo”.
Da parte sua, l’Arcivescovo di Lima ha inviato un saluto fraterno e ha ricordato che il lavoro della Chiesa è anche quello di avvicinarsi alle realtà più nuove e interessanti, soprattutto quelle realtà umane che spesso restano ai margini e sconosciute ai più.
“La vita di Bolla è stata un esempio di avvicinamento, conversione e comprensione della vita dei nostri fratelli e sorelle Shuar e Achuar. Egli dedicò la sua vita a conoscere la loro lingua e, a poco a poco, all’interno di questa comprensione, ad annunciare loro il Vangelo”, ha sintetizzato mons. Castillo Mattasoglio.
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