RMG – Conclusione del CG28: l’“Opzione Valdocco”

16 Marzo 2020

(ANS – Roma) – “A che cosa posso paragonare il regno di Dio? Esso è simile a un po’ di lievito: se una donna lo prende e lo impasta con tre grosse misure di farina, allora il lievito fa fermentare tutta la pasta”. Questa bella parabola di Gesù può essere un buon paragone per il Capitolo Generale XXVIII. È stato più breve del previsto, ma come succede a un pizzico di lievito, il suo lavoro è appena incominciato: diffonderà la sua forza e i fermenti benefici nella Congregazione.

Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il suo rinnovato Consiglio Generale, troverà le modalità per assicurare che tutti i temi e le deliberazioni programmati possano essere affrontati successivamente. Ma soprattutto lo “spirito” di questo Capitolo resterà nella memoria di tutti.

Papa Francesco lo ha sottolineato nel suo messaggio: “L’opzione Valdocco del vostro 28° Capitolo Generale è una buona occasione per confrontarsi con le fonti e chiedere al Signore: Da mihi animas, cetera tolle.  Questo richiede, da parte nostra, di superare le paure e le apprensioni che possono sorgere. Vivere fedelmente il carisma è qualcosa di più ricco e stimolante del semplice abbandono, ripiego o riadattamento delle case o delle attività; comporta un cambio di mentalità di fronte alla missione da realizzare”.

Né si potranno dimenticare le parole dei giovani presenti nel Capitolo: “Salesiani, non dimenticatevi di noi giovani perché noi non abbiamo dimenticato voi e il carisma che ci avete insegnato! Vogliamo esprimerlo con tutto il cuore. Essendo qui, abbiamo realizzato un sogno. In questo luogo speciale di Valdocco, dove è cominciata la missione salesiana, che riunisce salesiani e giovani insieme. Avete i nostri cuori nelle vostre mani. Dovete prendervi cura del vostro prezioso tesoro. Per favore, non dimenticatevi di noi e continuate ad ascoltarci”.

“La salesianità – dice ancora Papa Francesco – nasce precisamente da questo incontro capace di suscitare profezie e visioni: accogliere, integrare e far crescere le migliori qualità come dono per gli altri, soprattutto per quelli emarginati e abbandonati dai quali non ci si aspetta nulla”.

In un clima di vera armonia, il Capitolo ha dimostrato con empatia e coerenza un’altra verità sottolineata dal Papa: “Gli interlocutori di Don Bosco ieri e del salesiano oggi non sono meri destinatari di una strategia progettata in anticipo, ma vivi protagonisti dell’oratorio da realizzare. Per mezzo di loro e con loro il Signore ci mostra la sua volontà e i suoi sogni. Potremmo chiamarli co-fondatori delle vostre case”.

Il ritratto del salesiano per i giovani di oggi si può rispecchiare in quello che il Rettor Maggiore afferma di se stesso: “Cercherò di essere, per quanto possibile, un vero uomo di Dio, con forte identità carismatica e pastorale, lungimirante, capace di uno sguardo di fede e speranza nel leggere la realtà. È mio profondo desiderio continuare ad essere, per quanto possibile, uomo capace di paternità e affetto fraterno, di accompagnamento, vicino ai confratelli. Penso che metterò molte delle mie energie per essere un uomo capace di costruire unità, di coinvolgere e accompagnare, di creare una visione comune, di mettere insieme le differenze, di costruire comunione intorno a sé, di lavorare in squadra e di delegare”.

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