La Bolivia è uno dei paesi dell’America Latina dove più forte è la presenza dei salesiani, in un continente che nei sogni di Don Bosco è stato il primo avamposto.
Il lavoro salesiano nel Paese è ampio, numeroso e sfaccettato. Solo per fare qualche esempio, nella regione orientale del Paese, si possono elencare diverse opere: a Montero, una cittadina a 40 chilometri dal capoluogo, Santa Cruz, ci sono la grande scuola agricola “La Muyurina” e la parrocchia “La Floresta”. Nelle località di San Carlos e a Sagrado Corazón, i salesiani animano pastoralmente un vasto territorio con decine e decine di comunità sparse nella vasta area agricola di quel territorio. A Yapacani, invece, c’è un convitto scolastico gestito da cinque volontari colombiani, fondato da un sacerdote colombiano che si è ispirato a Don Bosco.
E certamente non si può tralasciare l’“Hogar Don Bosco” di Santa Cruz, fondato e ancora diretto da don Ottavio Sabbadin, SDB, che costituisce una vera e propria cittadella della gioventù povera, con una pluralità di servizi per gli orfani, i ragazzi di strada, i portatori di handicap.
Malgrado tutto il lavoro che c’è da fare e i tanti problemi che vive il Paese, l’impegno dei missionari in Bolivia non viene mai meno. Riprende don Brunelli: “Sono stati 33 anni difficili, in cui ci sono stati anche dispiaceri e fallimenti. Ogni tanto mi viene lo sconforto. Ma poi mi riprendo, allo stringere la mia preziosa medaglia al merito: un pezzetto di carta con la scritta di un bambino: Qué me falte todo, menos tú (che mi manchi tutto, ma non te)”… E riascolto il solito ritornello del mio buon angelo custode: ‘… Non rinunciare mai al tuo sogno di dare sorriso e speranza a tanti bambini sfortunati, ovunque, dall’uno all’altro continente’”.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org