Bolivia – Al centro dell’impegno missionario salesiano, l’appello di un bambino: “Che mi manchi tutto, ma non te”

14 Febbraio 2020

(ANS – Santa Cruz) – “È con un certo stupore che, in questi anni, ho potuto raccogliere prove indubbie e commoventi di come il Cristianesimo sia entrato in profondità nella vita di molte persone di questa terra… E che commozione sentirsi inserito in questo misterioso cammino della Chiesa che non rinuncia al sogno impegnativo di estendere il Regno di Dio ad ogni angolo della terra”. Le parole di don Vicente (Vincenzo) Brunelli, salesiano, da 33 anni missionario in Bolivia, fanno comprendere al meglio quanto sia radicato sul territorio il lavoro che i salesiani compiono nei Paesi in cui operano.

La Bolivia è uno dei paesi dell’America Latina dove più forte è la presenza dei salesiani, in un continente che nei sogni di Don Bosco è stato il primo avamposto.

Il lavoro salesiano nel Paese è ampio, numeroso e sfaccettato. Solo per fare qualche esempio, nella regione orientale del Paese, si possono elencare diverse opere: a Montero, una cittadina a 40 chilometri dal capoluogo, Santa Cruz, ci sono la grande scuola agricola “La Muyurina” e la parrocchia “La Floresta”. Nelle località di San Carlos e a Sagrado Corazón, i salesiani animano pastoralmente un vasto territorio con decine e decine di comunità sparse nella vasta area agricola di quel territorio. A Yapacani, invece, c’è un convitto scolastico gestito da cinque volontari colombiani, fondato da un sacerdote colombiano che si è ispirato a Don Bosco.

E certamente non si può tralasciare l’“Hogar Don Bosco” di Santa Cruz, fondato e ancora diretto da don Ottavio Sabbadin, SDB, che costituisce una vera e propria cittadella della gioventù povera, con una pluralità di servizi per gli orfani, i ragazzi di strada, i portatori di handicap.

Malgrado tutto il lavoro che c’è da fare e i tanti problemi che vive il Paese, l’impegno dei missionari in Bolivia non viene mai meno. Riprende don Brunelli: “Sono stati 33 anni difficili, in cui ci sono stati anche dispiaceri e fallimenti. Ogni tanto mi viene lo sconforto. Ma poi mi riprendo, allo stringere la mia preziosa medaglia al merito: un pezzetto di carta con la scritta di un bambino: Qué me falte todo, menos tú (che mi manchi tutto, ma non te)”… E riascolto il solito ritornello del mio buon angelo custode: ‘… Non rinunciare mai al tuo sogno di dare sorriso e speranza a tanti bambini sfortunati, ovunque, dall’uno all’altro continente’”.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.missionidonbosco.org 

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