Nel pomeriggio del 14 giugno ha avuto luogo la visita alla casa salesiana di Manouba. Il signor Magro era accompagnato da Peter Kovac, Segretario della Confederazione Mondiale, da don Joan Lluís Playà, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, e dal sig. Domenico Nguyen, SDB, Delegato del Rettor Maggiore per l’EXA-DB e i Salesiani Cooperatori.
La visita è andata ben oltre la formalità di un saluto e di uno scambio di informazioni. La sintonia di intenti e le esperienze condivise hanno trasformato il momento in un’autentica affermazione di salesianità.
L’Unione di Manouba era in gestazione già da tempo. Nella sua organizzazione sono confluite la ricca esperienza di solidarietà e capacità organizzativa dei suoi membri; lo slancio della comunità salesiana guidata da don Domenico Paternò, Superiore della Circoscrizione Nordafricana (CNA) di recente costituzione; lo spirito creativo dei giovani exallievi; la convinzione condivisa che il sistema educativo di Don Bosco possa raggiungere livelli molto solidi di trasformazione personale e sociale, con un futuro luminoso.
L’Unione ha già compiuto i passi formali della costituzione: redigere gli statuti, eleggere i membri della giunta direttiva, presentare la documentazione all’autorità competente, aderire alla Confederazione Mondiale... E, soprattutto, ha specificato i suoi obiettivi e il suo campo d’azione. E cioè, non vuole essere solo un ambiente in cui fare un’esperienza di gruppo, chiusi in sé stessi, ma piuttosto uno spazio da cui proiettarsi verso gli altri, in ciò che si ritiene più necessario: collaborare con gli educatori e le famiglie nello sviluppo delle capacità di solidarietà e di trasformazione dei bambini; rispondere per quanto possibile alle esigenze dell’ambiente; creare spazi di formazione e di dialogo... Il tutto impregnato dei valori della vita, della pace, della convivenza, della tolleranza, del rispetto, della gioia, della speranza e dell’amore.
Durante l’incontro, gli interventi fatti non hanno risposto a teorie più o meno valide, ma a convinzioni nate da esperienze concrete vissute dentro e fuori lo spazio educativo della scuola. Questo, secondo Magro, fornisce alle origini dell’Unione il clima fondamentale per la sua successiva crescita. Don Playà, da parte sua, ha sottolineato una curiosa coincidenza: la presenza salesiana a Manouba risale a 35 anni fa. “Cosa succedeva a Valdocco quando Don Bosco aveva 35 anni?” ha domandato. Era il 1851. Tra i giovani accolti da Don Bosco all’Oratorio c’era Carlo Gastini, che anni dopo avrebbe posto la prima pietra dell’Associazione degli Exallievi di Don Bosco. “Oggi voi assumete la parte di Carlo Gastini, ponendo le basi di un’Associazione che è chiamata a sviluppare una grande missione tra e per il popolo tunisino. Nella casa Miriam di Don Bosco troverete, come Don Bosco stesso, ispirazione e aiuto”.
“È difficile descrivere tutto ciò che abbiamo vissuto. Senza dubbio rimarrà nella memoria di tutti – ha commentato don Playà. Infatti, la giornata seguente ha previsto un secondo momento di convivialità, durante il quale tutti i partecipanti hanno rinnovato la consapevolezza che Don Bosco non ha confini; che il carisma salesiano “custodisce tutti i valori autenticamente umani”; e che “il suo umanesimo è profuso per dare senso alla vita quotidiana e per costruire ragioni di speranza e prospettive di futuro per le persone e la società”, come espresso nella Carta d’Identità della Famiglia Salesiana.
Il seme della Famiglia Salesiana tra il popolo tunisino, e con esso nella Circoscrizione Nordafricana, sta germogliando attraverso l’Associazione degli Exallievi e gli Amici di Don Bosco: un nuovo motivo di gioia per tutti i gruppi che la compongono.
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