L’evento è stato rivolto in primo luogo a Direttori, Presidi, Vicepresidi, Catechisti e Consiglieri scolastici, e ha visto la partecipazione di circa una quarantina di persone provenienti da ogni parte della geografia salesiana nazionale.
Dopo i saluti di don Stefano Mascazzini e di don Elio Cesari, presenti hanno potuto ascoltare un intervento d’impatto di Bernhard Scholz – per anni presidente della Compagnia delle Opere, associazione imprenditoriale italiana d’ispirazione cattolica legata al movimento “Comunione e Liberazione”, e attualmente Vicedirettore dell’evento “Meeting di Rimini” – che ha incentrato la sua riflessione sul significato di guida e sulle sue caratteristiche: “Chi guida deve essere autentico, avere il coraggio di essere se stesso, deve avere passione per quello che rappresenta, deve possedere le virtù della prudenza, della temperanza, della fortezza e della giustizia, deve avere una propensione per qualcosa e il physique du role”.
Quindi, ha aggiunto anche che una guida deve possedere alcune capacità, che possono essere apprese: “La capacità di ascoltare e osservare, di attribuire responsabilità, cioè delegare, quella di favorire il coinvolgimento e la collaborazione, ed infine la capacità di decidere”.
Nel pomeriggio si sono svolti diversi laboratori per approfondire tematiche rilevanti per chi ha responsabilità amministrative nei centri educativi salesiani, quali: la comunicazione efficace, la risoluzione dei conflitti, il lavoro di squadra, la cultura innovativa, la promozione di un ambiente collaborativo, la flessibilità e la gestione del tempo, la prospettiva progettuale e la gestione del cambiamento.
Nel laboratorio sulla gestione dei conflitti, ad esempio, curato da Anna Desanso, “abbiamo riflettuto sul fatto che il conflitto è inevitabile, perché è una delle possibili modalità relazionali. È però importante gestirlo, perché si trasformi in opportunità e permetta di vedere la diversità come un valore. Senza un ascolto adeguato dei bisogni dell’altro, la parola diventa urlo e l’atteggiamento diventa aggressivo” ha testimoniato una delle partecipanti, Paola Pirani, Vicepreside della scuola “Sant’Ambrogio” di Milano.
La giornata si è conclusa con la recita dei vespri e la buonanotte da parte del Superiore dell’Ispettoria Italia Lombardo-Emiliana (ILE), don Roberto Dal Molin, che ha sottolineato la preziosità del trovarsi insieme a pregare nella chiesa di San Francesco di Sales, proprio il 10 maggio, esattamente 140 anni dopo la lettera da Roma, nella quale don Bosco sottolineava l’importanza che: “i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”.
“Credo che questa assemblea sia stata un’occasione preziosa di formazione didattica e personale, oltre che un prezioso momento di condivisione fraterna, come avvenuto nel lavoro di gruppo sulla sinergia tra Salesiani e laici” conclude la prof.ssa Pirani. Che infine cita a tal proposito il Capitolo Generale 24° della Congregazione, laddove si ricorda: “Fin dall’inizio della sua vita apostolica Don Bosco ha coinvolto nella missione molti laici nella prospettiva di una condivisione talmente stretta da pensare ad una Congregazione di religiosi con voti e vita comune (Salesiani) e di laici (Salesiani esterni) legati dall’unica missione a servizio dei giovani secondo le loro possibilità. Oggi il coinvolgimento dei laici nella missione educativo-pastorale di Don Bosco è un dato di fatto, anche se il più delle volte si tratta di una presenza prevalentemente professionale od occasionale che dovrebbe maturare in una scelta cosciente. È urgente allargare e qualificare il coinvolgimento dei laici disponibili a entrare a fare parte di quel vasto movimento di persone che lavorano per la salvezza dei giovani, dentro e fuori le strutture salesiane, nella Chiesa e nelle istituzioni civili”.
Fonte: Don Bosco Italia