Il Procuratore Fabricio Miranda Mereb ha aperto l’incontro sottolineando l’urgenza di adottare misure per ridurre il tasso di mortalità infantile. Secondo Edemilson Canela, consulente tecnico del Dipartimento per la Salute Indigena, il tasso allarmante è di 66 morti ogni 1.000 nascite. I problemi di mobilità, come la mancanza di veicoli, e il budget limitato della municipalità, contribuiscono alla difficoltà di ricoverare i malati e incidono sulla fornitura di servizi sanitari nelle aree indigene.
Durante l’incontro, i rappresentanti delle organizzazioni hanno discusso proposte e strategie per affrontare la sfida, tra cui: l’implementazione di un laboratorio avanzato; la strutturazione di una rete di diagnostica per immagini; il monitoraggio delle donne in gravidanza; la definizione di protocolli per l’assistenza agli indigeni; una collaborazione con l’Università Federale del Mato Grosso (UFMT) per formare la popolazione indigena sulla sicurezza alimentare; e il collegamento con le istituzioni competenti per garantire l’accesso alle politiche pubbliche.
All’evento hanno partecipato diversi professionisti, tra cui il rappresentante della Casai, Crystopher Alves Lobo Ferreira, e il sostenitore tecnico dell’igiene, Jorge Apolo Balbino, che hanno evidenziato la carenza di professionisti della salute, la mancanza di forniture e i problemi legati all’igiene di base e alla fornitura di servizi.
Il diacono José Alves, in rappresentanza dei Salesiani di Don Bosco, ha espresso l’importanza della collaborazione tra la Missione Salesiana e la Procura Distrettuale di Campinápolis, sottolineando la necessità di ampliare iniziative come il progetto di manutenzione dei pozzi artesiani.
“Apprezzo l’invito del Procuratore Fabricio. L’iniziativa è molto importante perché si tratta di un incontro con vari gruppi che si occupano della salute degli indigeni Xavante nel nostro comune. E fa parte del nostro lavoro missionario cercare miglioramenti nelle politiche di salute pubblica” ha espresso nell’occasione il religioso Figlio di Don Bosco.
“La collaborazione tra la Missione Salesiana e la Procura della Repubblica nel progetto di manutenzione dei pozzi artesiani è una realtà che, a causa della grande richiesta in altre zone, deve espandersi ulteriormente” ha proseguito ancora il salesiano, osservando che quest’iniziativa permette un miglior accesso all’acqua pulita e conseguentemente un miglioramento della salute e dell’igiene a tutti i livelli e per tutte le comunità interessate.
“Da parte nostra – ha concluso il salesiano – vogliamo esprimere la nostra gratitudine a tutti gli operatori sanitari che si impegnano a fondo per servire i destinatari della nostra missione”.