L’evento è stato presieduto da mons. Esteban Laxague SDB, Vescovo di Viedma, alla presenza dell’Ispettore dell’Argentina Sud, don Darío Perera SDB, e dal vicepostulatore della Causa, don Pedro Narambuena SDB.
Erano presenti anche gli altri religiosi della comunità salesiana di Viedma e alcuni religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice presenti nella città: suor Elsa Beraldi e suor Estela Herlein, che entrambe conobbero personalmente il sig. Zatti.
Tra i membri della comunità parrocchiale erano presenti anche Rosita Otal, che è stata la segretaria del processo all’inizio della Causa, il dottor Pedro Sapin, che nel 2002 partecipò come medico alla ricognizione delle spoglie del sig. Zatti, e gli animatori del Battaglione 34 “Capitano Francisco Geronazzo” degli Esploratori Argentini di Don Bosco.
Al termine della celebrazione, don Narambuena ha spiegato in cosa è consistito l’atto: “Alla luce della Parola di Dio e di alcuni articoli delle Costituzioni Salesiane, si è proceduto all’apertura del feretro, che era stato sigillato al momento del riconoscimento dei suoi resti per la celebrazione della beatificazione”.
L’evento si è svolto in un clima di gioia e di preghiera, con salmi e canti: “È stata una celebrazione che ci ha invitato a rinnovare la nostra risposta a Dio, vivendo la nostra vita battesimale nella gioia e nel servizio generoso a Gesù nei confronti dei fratelli più poveri e bisognosi”, ha detto il vicepostulatore della Causa.
“A Gesù dobbiamo dare il meglio”, era solito dire Artemide Zatti. Per questo don Narambuena ha commentato: “Con questa sua bella espressione continuiamo a esprimere la nostra gratitudine a Dio per il grande dono della santità del sig. Zatti, che veniva chiamato dalla comunità ‘il parente di tutti i poveri’”.
“Da questa terra patagonica - ha concluso -, tanto cara e sognata dal nostro Padre Don Bosco, ci sentiamo benedetti e chiamati a continuare a dare vita ai suoi sogni. Sentiamo fortemente la sfida che ci si presenta di ricordare e vedere l’opera di Dio nei nostri fratelli salesiani della prima ora, e di rispondere anche noi con creatività e audacia, come seppero fare loro al loro tempo”.
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