Italia – L’oratorio “San Paolo” di Torino compie 100 anni e guarda al futuro

17 Dicembre 2018

(ANS – Torino) – L’8 dicembre del 1918, in una Torino impoverita dalla prima guerra mondiale, nasceva l’oratorio “San Paolo”, un luogo d’accoglienza ed educazione per i bambini e i ragazzi bisognosi dell’omonimo quartiere. A distanza di 100 anni da quel giorno molte cose sono cambiate, ma non la missione dell’oratorio salesiano, che continua ad offrire alla popolazione locale vicinanza ed accompagnamento.

I salesiani arrivarono nel Borgo, il primo quartiere operaio di Torino, allora all’estrema periferia della città, nel 1918: si insediarono presso la “Cascina Saccarello” all’incrocio fra l’attuale Corso Racconigi e via Luserna di Rorà. Sin dalla sua inaugurazione, il cortile salesiano divenne da subito punto di riferimento per le famiglie impiegate nelle fabbriche della zona.

“Qui al San Paolo tutto ruota intorno al Cortile, dove ogni giorno si testimonia in maniera concreta che l’accoglienza e l’inclusione sono sempre possibili, al di là della propaganda, che arriva anche dallo Stato, che vede gli stranieri come una minaccia” evidenzia l’attuale Direttore dell’opera, don Alberto Lagostina.

In questi 100 anni “sono cambiate le persone, che oggi hanno molti colori, ma noi continuiamo ad accoglierle, con lo stesso spirito di Don Bosco, promuovendo il bene che c’è in loro, le risorse che hanno, senza stare a guardare le povertà e le differenze, ma ciò che può unirci” aggiunge.

Segno concreto di questa accoglienza è la comunità per Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) denominata “Casa che accoglie” e che infatti ospita 12 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni giunti in Italia sui barconi della speranza.

“I ragazzi sono perfettamente integrati – spiega il Direttore – sono i nostri figli di cui tutta la comunità si prende cura”. L’oratorio ha in cantiere il progetto di sviluppare l’accoglienza verso i numerosi studenti universitari fuori sede che vivono nel quartiere, vista la presenza del “Campus Sanpaolo”. È poi imponente l’investimento dell’opera sui progetti educativi, di prevenzione all’abbandono scolastico – con il progetto “Provaci ancora Sam”, ad esempio – e di orientamento al lavoro e di accoglienza, che mirano a proteggere in particolare chi è più fragile secondo il celebre metodo preventivo di Don Bosco. Non a caso, all’oratorio San Paolo la comunità è dedicata a Gesù Adolescente, a rimarcare l’impegno del santo dei giovani verso questa fascia d’età particolarmente delicata.

Il cortile del San Paolo è aperto tutti i pomeriggi e promuove l’associazionismo e il protagonismo giovanile, anche grazie ai gruppi di scout dell’“Agesci” e le attività sportive con squadre di calcio a cinque, pallavolo, karate e basket.

Per l’importante anniversario l’intera comunità educativa ha preparato un ricco programma di attività, sviluppatosi lungo tutto l’anno, che ha previsto anche la visita del X Successore di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, lo scorso 20 maggio.

Negli ultimi giorni, inoltre, è stato tutto un susseguirsi di eventi, incontri di formazione sulla missione salesiana, appuntamenti per coltivare la memoria dell’opera – come, ad esempio, la presentazione del libro “Cento anni per un futuro – Emozioni di una nuova nascita”, a cura dell’autore don Onorino Pistellato, SDB – e, ovviamente, celebrazioni religiose e di rendimento di grazie e occasioni di festa e fraternità.

L’apice dei festeggiamenti si è toccato sabato 8, giorno esatto del centenario e Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria: dapprima è stata celebrata una Messa solenne – durante la quale gli operatori pastorali dell’opera hanno consegnato a don Enrico Stasi, Ispettore dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta, il progetto educativo-pastorale frutto delle riflessioni dell’ultimo anno e volto a delineare l’oratorio San Paolo del futuro; quindi hanno avuto luogo la festa in cortile e gli interventi delle autorità, e, infine, il “cerchio mariano”, in ricordo dell’incontro del giorno dell’Immacolata (del 1841) tra Don Bosco e Bartolomeo Garelli, uno dei tanti ragazzi sbandati della Torino di allora.

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