Se la vita vale in base ai soldi che uno percepisce nello stipendio… allora a Gambella, dove pure chi ha un lavoro prende come stipendio 1 euro al giorno, cioè 30 euro al mese, la vita vale decine di volte meno di un cittadino europeo.
Se la vita vale in base ai titoli scolastici che uno consegue… allora a Gambella, dove l’85% delle persone non sa ancora leggere o scrivere, la vita vale proprio poco.
Se la vita vale per quante volte mangi durante la giornata, circa 5 volte in Italia… allora a Gambella, dove se sei fortunato riesci a mangiare una volta sola, la vita vale pochissimo.
Se la vita vale in base agli anni che puoi vivere, circa 80 in media in Italia… allora a Gambella, dove i più vecchi al massimo raggiungono 50 anni, le persone hanno una vita, mentre in Italia ne hanno due.
Se la vita vale se hai medicine a casa o puoi trovarle in farmacia per curarti un raffreddore o la febbre… allora a Gambella, dove molto spesso mancano o non ci sono perché costano troppo le medicine basilari e molte volte anche quelle per la malaria, la tubercolosi e l’AIDS, la vita vale quasi niente.
Se la vita vale di più o di meno se nasci uomo o donna, mentre in Italia è cresciuta una pari dignità tra i sessi… allora a Gambella se nasci donna non vali proprio niente, mentre se nasci uomo puoi decidere tutto.
Se la vita vale in base all’età, laddove c’è la difesa dei diritti dei bambini, l’attenzione alla loro educazione, al loro sviluppo per una crescita armoniosa e poi offrire loro tutte le opportunità per poter decidere il loro futuro… allora a Gambella, dove il bambino e il ragazzo non contano proprio niente e sono loro che devono crescere da soli e arrangiarsi, la vita vale proprio poco.
Se la vita vale in base al colore della pelle, dove il bianco o un po’ abbronzato è il massimo e il nero è il minimo… allora a Gambella, dove la gente è più nera che di più non si può, la vita vale pochissimo.
Se la vita vale se sei registrato in comune, se hai una carta d’identità, un passaporto, se puoi girare il mondo… qui a Gambella, dove non esiste l’anagrafe, nasci e muori e nessuno ne sa niente e tanto meno puoi girare il mondo, la vita vale quasi niente.
Se la vita vale in base a quanto è grande la tua casa, quante camere, quanti bagni, quanti metri quadrati possiedi… allora a Gambella, dove le capanne sono di legno, fango e erba e al massimo sono di 4 metri quadrati in tutto, la vita vale poco.
Se la vita vale in base a quante cose hai nel frigorifero, se dormi sopra un bel materasso, se hai un bagno e perfino l’acqua, la doccia e la carta igienica, se hai il gas e l’energia elettrica in casa, se hai una sedia o un tavolo, se hai dei bei vestiti da metterti… allora a Gambella, dove non esiste niente di tutto questo, la vita vale quasi niente.
Se la vita vale quante volte esci il sabato sera per mangiare una pizza o incontrare i tuoi amici o andare a ballare… allora a Gambella, dove è meglio rimanere in casa alla sera per non essere aggrediti o rapinati, o perché arrivano i predoni dal Sud Sudan, la vita vale pochissimo.
Quanto vale una vita? Con quali criteri valutiamo una persona?
Se sono questi i criteri, veramente a Gambella e soprattutto nei villaggi di Pugnido, Otiel, Two, Thatha.... la vita è all’ultimo posto di questa graduatoria, anzi neppure compare.
In vista della Pasqua, spero che questa riflessione fatta a occhi aperti sulla realtà qui, possa farci pensare su dove stia il vero valore della vita.