Cosa ti fa più paura: il rumore delle bombe o il cortile vuoto?
Quando il cortile è pieno di ragazzi e giovani vuole dire che c’è che ancora speranza per un presente e futuro migliore. Come una volta ha detto il Rettor Maggiore Emerito, Don Pascual Chávez: i giovani non sono soltanto una risorsa per il futuro, i giovani sono una risorsa per il presente!
Per questo, i rumori delle bombe di sicuro passeranno, ma quando non ci sono i giovani, non promette bene...
L’art. 18 delle Costituzioni, su lavoro e temperanza, riporta che il Salesiano è pronto a sopportare caldo e freddo, sete e fame, fatiche e disprezzo, ogni volta che si tratti della gloria di Dio e della salvezza delle anime. Penso che possiamo aggiungere anche la guerra e tutti i mali che ne derivano.
Cosa sta facendo adesso la vostra comunità?
Oggi la situazione è migliorata anche se si sentono ancora dei colpi. In comunità continuiamo la nostra vita: di mattino andiamo in due cappellanie, dalle suore Giuseppine che hanno un ospedale, e dalle suore Francescane. Poi ci ritroviamo per la meditazione e le Lodi. Quindi i lavori ordinari in casa: manutenzione, preparazione per le attività o vari incontri con giovani e non. Insomma, in qualche modo restiamo attivi.
Don Juan Vecchi, VIII Successore di Don Bosco, diceva: “i giovani ci salveranno”. Cosa significa per te questa frase in questo momento?
Penso che il vero senso della vita di un Salesiano è stare tra i giovani: loro ci danno il senso della nostra presenza… Don Bosco lo capì subito, quando incontrò per la prima volta Bartolomeo Garelli. È stato decisivo per lui, lì ha capito la sua missione è ciò che il Signore voleva da lui. E noi qui, come tantissimi altri Salesiani del mondo, condividiamo quello stesso sentimento che Don Bosco ha provato.
Noi andremo in Paradiso con i giovani che abbiamo salvato. In questo senso loro ci salveranno. Con le parole del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nel suo discorso al CG27: i giovani sono il nostro roveto ardente!
Una preghiera, ancora: vogliamo divulgare la Giornata di Preghiera per la Siria, domenica 8 maggio. Grazie a tutti!
In segno di solidarietà con la popolazione siriana il Rettor Maggiore ha condiviso oggi su Facebook l’appello lanciato dallo stesso don Jabloyan per richiamare l’attenzione sullo “scandalo” della guerra.