Italia – Virginia e la fragile intrepida adolescenza. Intervista al Co-autore Marco Pappalardo

(ANS – Catania) – In occasione dell’uscita del libro “Virginia e il professore. Lettere oltre il banco e la cattedra” (Elledici, 2024), pubblichiamo un’intervista al co-autore del libro, il Salesiano Cooperatore e docente Marco Pappalardo.

Un nuovo suo libro... Se possiamo immaginare chi sia il professore... chi è Virginia?

Virginia Di Vincenzo, ha 18 anni, vive a Chieri, in provincia di Torino. Frequenta il quinto anno del liceo classico e si immagina già a studiare “Lettere o Filosofia” in qualche città d’arte italiana. Le piace scrivere e lo ha fatto anche per il sito web di Note di Pastorale Giovanile. È a tutti gli effetti autrice di questo libro che, per il genere epistolare, è scritto esattamente a metà, le sue e le mie lettere. Allo stesso tempo, Virginia rappresenta ogni adolescente così come io potrei essere un qualunque educatore.

Lo scambio di email offre uno spaccato sul mondo dell’adolescenza. Cosa emerge di nuovo in questo mondo?

C’è sempre molto di più di quello che da adulti immaginiamo o identifichiamo: c’è il “vecchio”, (della nostra adolescenza e di ogni adolescenza), solo che spesso noi lo dimentichiamo; c’è il presente che non è facile da comprendere, ma che rischia di essere sempre giudicato male, quando invece sarebbe meglio tacere nel dubbio o, perché no, dire bene; c’è il nuovo, che spesso gli adolescenti non sanno definire, poiché nasce proprio con loro e che come adulti dobbiamo osservare con meraviglia, curiosità, giusta distanza.

Lei è un adulto, un educatore, che ha a che fare col mondo dei giovani. Dove vede - attraverso questo dialogo a distanza - i punti di forza di crescita e quelli invece più problematici degli adolescenti di oggi?

Corrispondono proprio alle motivazioni di questo libro:
- rispondere all’emergenza educativa puntando sull’ascolto, sul non rimandare le questioni importanti, con il linguaggio delle nuove generazioni;
- puntare sul dialogo libero, profondo e stimolante tra giovani e adulti nel rispetto dei ruoli;
- guardare da diversi punti di vista e senza aver paura di affrontare le questioni più scottanti;
- stimolare al confronto sincero, seppur difficile a volte, tra le generazioni;
- valorizzare la scuola, le discipline, l’orientamento, gli aspetti relazionali, il rapporto educativo tra alunno e docente;
- incoraggiare i ragazzi a credere in se stessi e gli educatori a non mollare la sfida educativa.

Vede un diverso atteggiamento verso il mondo degli adulti, come relazioni significative e come mondo “valoriale”?

Ho cercato e imparato, grazie a Virginia, a guardare la realtà con i suoi occhi, che sono “già e non ancora”. È uno sguardo tremante da un lato e intrepido dall’altro nei confronti degli adulti, non tanto perché ce l’abbiano a male a priori con “i grandi”, quanto poiché si cresce veramente lanciando una sfida continua a quel mondo che un giorno avrà un “posto” anche per loro. Relazioni e valori sono naturalmente instabili e a volte temporanei, però vissuti in quel tempo determinato con intensità e con piccoli segni e sogni di un “per sempre”.

“Lettere oltre il banco e la cattedra” dice il sottotitolo. Quale è dunque “il mondo” degli adolescenti, e come si compone con il loro mondo scolastico?

Ogni lettera affronta un tema del mondo adolescenziale, che apre poi a varie riflessioni che toccano la vita di tutti: amore, amicizia, famiglia, corporeità, cambiamento, dolore, fede, scuola, letteratura, tempo libero, musica, web, sogni, progetti, futuro, università, lavoro, impegno, bontà, cattiveria, legalità, gratuità, gratitudine.

Leggendo “Virginia e il Professore”, ognuno può vedere se stesso, immedesimarsi nell’una o nell’altro, scoprire qualcosa di nuovo e perdere qualche certezza, rasserenarsi dinanzi le problematiche vissute e trovare la forza per affrontarle, capire che tutti abbiamo da imparare e soprattutto, nel farlo, abbiamo bisogno di un altro. Che questo possa avvenire anche a scuola o a partire da essa? Considerato il tempo che vi passano dentro o al di fuori avendoci a che fare comunque per studiare, è necessario che avvenga una sorta di “corrispondenza di amorosi sensi”.

InfoANS

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